Page 395 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               ranza elaborato dalle autorità italiane in collaborazione con quelle alleate
               della  Commissione di  Controllo sembrò aprire uno spiraglio.  L'art.  6  di
               questo progetto riguardava i prigionieri e riconosceva l'impegno degli Stati
               detentori di  rilasciare tutti i prigionieri italiani  nelle  mani delle  autorità
               italiane del Regno del Sud alle quali era affidato il compito di trasformarli
               o in cooperatori civili allo sforzo bellico, o in militari attivi della  cobelli-
               geranza.02) La  decisione attesa non si  manifestò da parte delle capitali in-
               teressate e ancora una volta l'equivoco della situazione di una Italia nemica
               o ex-nemica, cobelligerante o in stato armistiziale non fu sciolto con gravi
               conseguenze sul piano politico generale e con una fase  di stallo senza svi-
               luppo per i prigionieri che rimasero senza novità di rilievo nti loro campi
               di  detenzione.
                   Sul  terzo  aspetto  del  nostro  discorso,  quello  relativo  alla  creazione
               in Italia dei necessari apparati di accoglienza e di assistenza ai prigionie-
               ri, l'anno 1944 registrò il primo avviamento di una azione rivolta agli aspetti
               istituzionali del problema. Con la  creazione, il 6 aprile, di un Alto Com-
               missariato per i Prigionieri di guerra, si  diede incarico alle autorità civili
               e militari di assistere in prigionia i militari italiani internati; successiva-
               mente con la nascita di un Ufficio autonomo reduci da prigionia di guer-
               ra  e  rimpatriati,  decisa  il  9  novembre  1944,  si  gettarono  le  basi  per
               l'assistenza ai reduci dall'atto del loro rimpatrio sino alloro ritorno ai va-
               ri  luoghi  di  origine.  Ed  in  questa  organizzazione  fu  allestita  una  rete  di
               "Centri alloggio"  a  Napoli (800 posti),  a Bari (1800),  a Lecce (1500), a
               Palermo  (1000),  a Taranto (7000),  a  Tricase  (600),  a  Castellana  (400),
               a Oria (1200) ed a Roccaforzata ( 400). Ed accanto a questi centri fu  crea-
               ta una rete di ospedali a disposizione dei  reduci. L'intero progetto venne
               approvato  dagli  alleati  il  27  dicembre in  via  definitiva.  Ma già  qualche
               rimpatrio aveva avuto luogo:  in totale a tutto dicembre 39 800 prigionie-
               ri di guerra poterono ritornare in patria, ciò  che non era forse  una cifra
               elevata ma che era importante poiché segnava l'inizio del grande ritorno.
               Di fronte all'attivismo diplomatico italiano che ben pochi risultati  riesce
               tuttavia a raggiungere, appare significativo il tipo di reazione che suscitò
               presso  i  prigionieri  italiani  questo  clima  di  attesa  e  di  speranze  deluse.
               Le  testimonianze al riguardo sono  unanimi: l'incertezza regnava sovrana
               e il disorientamento pareva definitivo. Valga per tutte queste reazioni quelle



               (12)  Il capo del governo Badoglio a Churchill e a Roosevelt, Salerno, 25  febbraio  1944,
                   in  D.D.I.  Ibid.  p.  182.








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