Page 393 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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trascurabile nel quadro generale delle operazioni in Italia ed in Europa.
Il negoziato portò ad un progetto di accordo per la sistemazione dei pri-
gionieri italiani sotto il controllo delle autorità britanniche del Common-
wealth e degli Stati Uniti; secondo i termini quantitativi si parlava
dell'impiego di 27 000 ufficiali e di 420 000 sottufficiali e soldati da inse-
rire con alcune cautele nel grosso delle truppe alleate da impiegarsi sui
vari fronti. A questo progetto il Ministero degli Affari Esteri di Brindisi
rispose il 29 gennaio inviando alla Commissione Alleata un contro-progetto
in otto punti circa "l'organizzazione e l'impiego dei prigionieri italiani"
che costituisce la prima enunciazione ufficiale italiana di una dottrina cir-
ca questo delicato problema. L'analisi di questo fondamentale documento
appare interessante anche per stabilire i limiti del negoziato venturo dopo
il rigetto della sostanza dell'accordo "indiano" del 5 gennaio. La posizio-
ne delle autorità italiane è netta e può essere riassunta nell'affermazione
del punto 7 che precisa: "Si ritiene che la semplice esposizione delle disposizioni
dell'accordo fatto più innanzi basta per se stessa a dimostrare le ragioni per le quali
esso non può costituire neanche una base di discussione. Qualunque Governo che rite-
nesse di apporvi la sua firma sarebbe indubbiamente travolto dall'opinione pubblica
dell'Italia liberata e cadrebbe automaticamente nel più certo discredito da parte de-
gli italiani del territorio occupato ... ". OOl
La posizione dei governo italiano così recisa sembra aver a che fare
con lo spirito con il quale le autorità alleate trattavano il problema, spi~i
to che sembrava assai lontano da quell'idea di alleanza paritetica che il
concetto stesso di cobelligeranza, tante volte evocato e tante volte umilia-
to, lasciava prevedere. E tra le righe di questo documento (la cui impor-
tanza è tale da indurci a riportarlo per intero nell'Appendice Prima al
presente studio) si può leggere, a chiare lettere, la delusione delle autorità
italiane che vedevano le loro speranze frantumarsi di fronte alla sordità
ed alla banalità degli Alleati sempre divisi tra lo spirito nuovo dei rappor-
ti con l'Italia e l'astio antico contro l'Italia fascista. Ma a meglio chiarire
il fondo dei propositi italiani valgono alcune righe alla fine del documen-
to che mettono in evidenza due elementi di forza della posizione italiana.
Innanzitutto la "fermissima volontà di integrare il suo (dell'Italia) sforzo bellico
anche attraverso la totale cooperazione dei suoi prigionieri" ciò che mette in chia-
ro che a nessuno, del governo di Brindisi, pare pensabile un ritiro dell'Italia
(10) Allegato l, Promemoria di Badoglio a Donovan, Brindisi, 26 gennaio 1944, Ibid.
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