Page 392 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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I  PRIGIONIERI  ITALIANI  IN  MANI  ALLEATE                       391

               che il generale Piacentini aveva ricevuto non trovasse, nei documenti sot-
               toscritti dallo stesso governo di  Brindisi, riscontro alcuno. Non vi era al-
               cuna traccia di quanto l'autorità inglese di Delhi aveva deciso di rendere
               noto ai prigionieri italiani e quindi di quelle ventilate unità italiane al ser-
               vizio  delle  Nazioni  Unite (o  della  Gran  Bretagna?).  Si  rammentava  che
               esisteva al riguardo solo una generica dichiarazione del maresciallo Bado-
               glio,  in  data  10  ottobre  1943,  ma  nessun  accordo  al  riguardo  era  stato
               negoziato e sottoscritto. Successivamente tra il generale Gazzera ed auto-
               rità militari americane era stato discusso, a Washington, un piano di or-
               ganizzazione militare dei prigionieri di guerra italiani senza che si giungesse
               in qualche modo a fare  uscire dall'impasse la trattativa. Quindi le  notizie,
               di cui il generale Piacentini si era fatto portavoce, erano prive di qualsiasi
               fondamenta  e tali  da  indurre l'insieme dei  prigionieri  in pericolose  illu-
               sioni  di  svolte  imminenti  del  loro  status.
                    A questo riguardo, anche la lettera che il maresciallo Badoglio rivol-
               se, il27 gennaio 1944, al presidente degli Stati Uniti, Roosevelt, invocava
               un'evoluzione  molto  importante anche ai  fini  della  sorte  dei  prigionieri
               di guerra e del loro eventuale inserimento nell'insieme delle forze  armate
               delle Nazioni Unite. Infatti veniva ricordato, nel quarto paragrafo di tale
               lettera, questa richiesta:  '' .. . if Italy w ho is now fighting the same common enemy
               could be declared an ally,  you  would have the  eternai gratitude of the  ltalians li-
               ving in ltaly and in the  United States''. <9l  E nella  relazione del segretario ge-
               nerale agli Esteri, R.  Prunas, al capo del governo, Badoglio, del28 gennaio,
               veniva riportato quanto era stato comunicato al capo della Commissione
               Alleata  di  Controllo Donovan, in  data  26 gennaio,  su  questi  importanti
               argomenti. Dapprima la questione della partecipazione dell'Italia alla guerra
               e,  nel secondo capoverso la questione dei prigionieri di guerra sotto il con-
               trollo degli Alleati; la sostanza era sempre la stessa e cioè:  "ltaly is not only
               perfectly  willing,  but it desires  that her  war effort  against the  Germans  be  made
               more effectual by a/so  employing the  4 5O 000 prisoners of war in allied hands;  but
               ltaly asks at the same time that their human dignity be  safeguarded ... " . Appare
               chiaro che le trattative si svolgevano con una certa accelerazione data, sia
               dalle autorità italiane che vogliono liberare al più presto contingenti sem-
               pre più numerosi di prigionieri di guerra, sia dalle stesse autorità militari
               alleate che vedono nell'impiego di questi militari un ausilio possibile, non



               (9)  Il capo del governo  Badoglio  al  presidente degli  Stati  Uniti, Roosevelt,  Napoli,  27
                  gennaio  1944,  Ibid.  p.  159.








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