Page 405 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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404 FILIPPO STEFANI
al fine di esaltare maggiormente, per favorirli politicamente, i partigiani,
anche se il contribu,to diretto da questi dato alle operazioni militari con-
tro i tedeschi fu certamente di peso più rilevante.
Sta di fatto che le ricerche e gli studi storiografici sulla guerra antifa-
scista e partigiana hanno avuto negli ultimi cinquant'anni uno sviluppo
molto spinto in profondità e, nonostante la talvolta eccessiva enfasi narra-
tiva, il ruolo che i partigiani ebbero e svolsero durante la campagna d'Ita-
lia risulta ormai chiaro, come altrettanto chiari sono i motivi per cui molti
italiani, in gran parte militari, o in procinto di assumere tale qualifica,
si dettero alla montagna e alla macchia, in virtù del loro bisogno di rivolta
morale e politica contro i tedeschi e i fascisti.
Spesso si coglie in alcuni scrittori l'impressione di un atteggiamento
anacronistico, quanto meno sul merito, circa le vicende dell'internamen-
to, quasi fossero estranee a quelle belliche. Persiste tuttavia, anche in alcu-
ni studiosi e storici di vaglio, la convinzione che la resistenza senza armi
non abbia avuto un grande rilievo e sia stata un fatto incidentale nel corso
della seconda guerra mondiale.
Il rifiuto di ogni forma di collaborazione militare con le forze armate
tedesche e con quelle della repubblica sociale italiana da parte della gran-
de maggioranza dei militari rinchiusi nei campi di concentramento tede-
schi fu, invece, come si esprime lo storico prof. Giorgio Rochat, ordinario
di storia contemporanea nella Università di Torino, "una delle più belle pa-
gine di fedeltà che le forze armate italiane possono annoverare nella seconda guerra
mondiale" .<1) Il loro rifiuto dipese da una scelta morale, ma anche politi-
ca, ed essi vissero un'esperienza atipica, del tutto diversa da quella dei
combattenti italiani caduti prigionieri di guerra nelle mani di altre potenze.
(l) Gli studi sull'internamento e la memorialistica sono numerosissimi, in genere opera
di ex internati, basati su testimonianze dirette e su documentazione varia, risalenti
gran parte fino agli ultimi anni quaranta. La bibliografia comprende dunque in primo
luogo, la memorialistica (diari, ricordi, rielaborazioni, relazioni, raccolte antologi-
che di testimonianze, poesie, disegni) e comprende anche studi, rassegne bibliografi-
che, pubblicazioni documentarie e le relazioni esistenti presso la A.N .E.I., mentre
non tiene conto dei bollettini della stessa associazione. Nella bibliografia va inclusa
an.che la rivista Quaderni del Centro studi sulla deportazione e l'internamento. La ricchezza
delle pubblicazioni sull'internamento tocca valori elevati, e la federazione toscana
della A.N.E.I., con sede in Firenze, dispone di una bibliografia molto copiosa anche
se non del tutto completa.
Storici italiani qualificati in materia di internamento militare sono soprattutto l'ex
internato militare, dirigente del! A.N.E.I., professore universitario Vittorio Emanue-
le Giumella e Giorgio Rochat, professore presso l'Università di Torino: entrambi
hanno prodotto varie pubblicazioni di rilevante spessore storico sul tema.
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