Page 425 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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              per proprio conto, per i reati che ''non avevano leso profondamente la discipli-
              na";  dall'altro  il  Governo,  nell'aprile  1944,0 > aveva  concesso  una larga
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              amnistia per tutti i reati, in particolare per quelli militari, senza interpel-
              lare  alcuno.
                   Il fenomeno delle diserzioni fu  certamente grave, se si  considera che
              per tutto il  1944 la Direzione Generale Leva Sottufficiali e Truppa, Divi-
              sione  Disciplina,  sporse 80 828  denunce  nei  confronti  dei  disertori.  Un
              numero elevato, che rivela tutta la sua gravità quando viene messo a con-
              fronto  con  il  limite  della  forza  alle  armi  concesso  dagli  alleati,  stabilito
              m  360 000  uomini.
                   Numeri che, a fine guerra, si rivelarono ancora più drammatici, poi-
              ché in uno studio dello Stato Maggiore Generale del  18 maggio  1945 una
              stima prudenziale faceva  ascendere  ad oltre  200 000 i  non  presenti  alle
              armi.03)  Nello  stesso  documento,  l'amnistia veniva  definita  "dolorosa  ne-
              cessità inderogabile" , e, di conseguenza, venivano avanzate proposte per giu-
              stificare il  provvedimento e per preparare la  Nazione,  ed  in particolare
              quanti avevano adempiuto al proprio dovere, sacrificando di molto se stessi.

                   Di fronte a tali alchimie di comodo dura, feroce e amara, quanto lo
              può essere la  reazione  di  un capo  che  vede  svanire il  limite che  sempre
              deve esistere fra  meritevoli e non, fu  l'annotazione autografa del generale
              Claudio Trezzani, capo di Stato Maggiore Generale: "Sono tutte chiacchiere.
              La realtà è questa: solo gli imbecilli fanno il proprio dovere ... ''. Quanto rabbioso
              dolore e sdegno traspare da quel termine imbecilli; quanta sofferenza co-
              sciente  della  propria  impotenza  di  fronte  a  sì  palese  ingiustizia.

                   Un a  presa di  posizione che  ancora gli  faceva  scrivere al  presidente
              del Consiglio Ferruecio Parri, in un estremo, inutile tentativo di inchioda-
              re ciascuno alle proprie responsabilità - quando fu  chiaro che per motivi
              di opportunità politica ancora una volta il Governo avrebbe non solo con-
              cesso  l'amnistia,  ma  fatto  ricorso ad un  indiscriminato colpo  di  spugna
              -di voler definire almeno la parte che ciascun organo dello Stato avrebbe
              avuto  nelle  decisioni,  "al fine  - scriveva  il  Trezzani  - di  non  sancire  una
              volta di più la norma per cui i responsabili delle cattive soluzioni dei problemi mili-
              tari, sono  sempre  i  militari, e soltanto  questi'' .



              (12)  D.L.  n.  96 del  5  aprile  1944.
              (13)  A.U.S.S.M.E.,  fondo  1/3,  busta  64/8.








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