Page 420 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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IL  PROBLEMA  DEGLI  ARRUOLAMENTI                                 419

                18 marzo  1944 e 40 il 28 aprile) furono assegnati al  1°  Raggruppamento
               Motorizzato. (6)
                    Non conosciamo  a  fondo  la  vicenda  di  questi  volontari,  perché su
               di essi non esistono studi consistenti e la documentazione d'archivio non
               è organica, ma frarpmentata, dispersa in fondi archivistici disparati. Una
               prima analisi  dei  documenti porta a  considerazioni  non proprio favore-
               voli sul comportamento che essi tennero durante la guerra di liberazione.
               Ma,  ovviamente,  l'argomento  merita  ulteriori  approfondimenti.
                    Allo  stesso  modo  non conosciamo a  fondo  la  storia dei  cooperatori
               al seguito delle Armate alleate, altre forze  italiane - decine di migliaia di
               uomini - impiegate non solo in Italia, ma anche sugli altri fronti europei.
               Cooperatori furono  quei  prigionieri  di guerra  in  mano anglo-americana
               che accettarono, a  seguito degli  accordi concertati dalle autorità italiane,
               di servire nelle unità alleate; impropriamente, come successe con la deno-
               minazione di volontario, a fine guerra si autodefinirono cooperatori (oltre
               che  volontari)  anche  quanti  avevano  seguito  gli  alleati  spontaneamente,
               di  propria  iniziativa  e  senza  essere  costretti  in  prigionia.
                    La  problematica delle definizioni non è accademica; essa ha risvolti
               storiografici" e,  ancora oggi, sociali. Dal punto di vista storico, infatti, l'e-
               satta collocazione di volontari e cooperatori, propri ed impropri, consen-
               tirebbe di separare coloro che presero la  decisione spinti da motivazioni
               in parte ideali,  da quanti invece aderirono alla guerra a seguito di consi-
               derazioni più pragmatiche ed opportunistiche. Dal punto di vista sociale,
               è da tener presente che ancora oggi è in atto un continuo contenzioso tra
               pseudo volontari-cooperatori, che da decenni invocano la qualifica di com-
               battenti, perché si ritengono di fatto tali, e lo Stato, che non riconosce loro
               la  qualifica  e,  di  conseguenza,  i  benefici  economici  legati  ad  essa.
                    Anche il problema della leva meriterebbe ulteriori approfondimenti.
               All'8  settembre  1943,  si  trovavano  alle  armi  ben  14  classi  di  leva
               ( 1910-192 3) per intero, aliquote delle  classi  dal  190 l  al  1909, e i primi
               due quadrimestri della classe del  1924. È da annotare, in particolare, che
               il secondo scaglione di quest'ultima classe si era presentato ai Distretti Mi-
               litari dal  16 al  31  agosto,  e quindi era giunto ai  depositi e agli  altri enti
               di  assegnazione  in gran  parte  pochi  giorni  prima  dell'armistizio.
                    Alla fine  del  1943, progressivamente, furono  poste in licenza illimi-
               tata o in congedo le  classi  più anziane,  fino  a quella del  1913. Nel  1944


               (6)  A.U.S.S.M.E.,  fondo  diari  storici,  busta  2022/22.








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