Page 416 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
P. 416

IL  PROBLEMA  DEGLI  ARRUOLAMENTI:
                       VOLONTARI,  COOPERATORI  E  LEVA








                                                              NICOLA  DELLA  VOLPE



                   A  distanza  di  cinquant'anni  l'apporto fornito  dalle  Forze  Armate italiane
              alla lotta per la liberazione, al fianco delle Armate alleate, è oggi fuori discussione.
              Un apporto dato su tutti i fronti della guerra, operativi e non: subito dopo  l'armisti-
             .zio,  nel settembre-ottobre  1943, con  le  reazioni alle unità tedesche, in Italia e all'e-
              stero;  nella  guerra  di  liberazione,  dal dicembre  194 3  al maggio  194 5,  con  il 1°
              Raggruppamento  Motorizzato, il Corpo  Italiano  di  Liberazione, i  Gruppi di com-
              battimento; nella resistenza, con  migliaia di militari inquadrati nelle bande parti-
              giane, spesso  da essi stessi formate  e guidate,  nei campi di concentramento  tedeschi,
              con  la  ostinata  e dolorosa  resistenza passiva di centinaia di  migliaia di internati.
                   Bilancio finale  delle perdite,  approssimato per difetto:  circa  23 000 caduti e
              dispersi sui  vari fronti,  circa  40 000 deceduti  nei  campi di concentramento,  spesso
              trucidati  o morti  dopo  sofferenze  atroci.
                   Di pari rilevanza il contributo di valore, a smentita di ogni strumentale illa-
              zione centinaia  le  massime ricompense  (medaglie  d'oro  al valor militare),  migliaia
              le  altre  (medaglie  d'argento  e di  bronzo,  croci  al valor  militare).
                   Un  riconoscimento  che  la  storiografia  solo  tardivamente  ha saputo  ascrivere
              ai militari;  non  è questa  la sede per analizzarne i  motivi,  ma  non possiamo fare
              a  meno di annotare la faticosa  marcia che  le istituzioni militari, soprattutto attra-
              verso  l'operato  degli  Uffici  Storici,  hanno dovuto  compiere perché fosse  ripristinata
              la verità storica sulla guerra di liberazione e fosse  loro  riconosciuta  la parte avuta
              ed i  meriti acquisiti.  Riteniamo, pertanto,  che  non  vi sia più bisogno  di battere  la
              grancassa,  insistere  sul noto,  enfatizzare gli  eventi.  Diventare  i  retori  del proprio
              operato potrebbe rivelarsi. controproducente, sollecitare falsi compiacimenti e finirebbe
              per offrire il destro  a facili accuse.  Non  ultima, quella di essere agiografici,  vani/i-
              cando  così  il faticoso  cammino percorso  ed il traguardo  raggiunto  dopo  decenni  di
              ostile,  incomprensibile  e sorda  ingratitudine.








   II-VOLUME-QUINTO_ANNO.indd   415                                                     07/03/16   15:16
   411   412   413   414   415   416   417   418   419   420   421