Page 411 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
P. 411

410                                                      FILJPPO STEFANI

               della  Wehrmacht,  poneva  nuove  restrizioni  al  rimpatrio  degli  italiani,OO)
               mentre l'atmosfera di sfiducia, disprezzo e disistima nei riguardi degli ita-
               liani continuava a prevalere, in uno coi  sentimenti da parte dei  tedeschi
               di predominio razziale, espressi, tra l'altro, con i divieti imposti alla liber-
               tà di avvicinamento degli  italiani a  donne e ragazze  tedesche e ai  matri-
               moni  tra  i  cittadini  delle  due  nazioni.
                   Un ulteriore mutamento di status fu  quello da "internati militari" a
               "lavoratori civili volontari", la cosiddetta "civilizzazione" degli internati.
               Il  provvedimento riguardò tutti gli  ufficiali,  sottufficiali e soldati che l'a-
               vessero chiesto. Va subito rilevato che, sotto il profilo morale, il provvedi-
               mento non mutò minimamente, rispetto a quello precedente, il trattamento
               morale, mentre sotto il profilo materiale le  condizioni di vita miglioraro-
               no alquanto, anche se i militari italiani continuarono ad essere strettamente
               sorvegliati durante il lavoro e continuarono a subire maltrattamenti di ogni
               sorta,  anche  fisici.


               La "civilizzazione"  degli  internati
                   A metà del  1944 la situazione dei militari italiani rinchiusi nei cam-
               pi di concentramento continuava a pesare notevolmente sul morale della
               popolazione italiana,  nella  quale otto-nove milioni di cittadini avevano  i
               loro  familiari  di  fatto  ancora  prigionieri e ne  conoscevano  i  parimenti  e
               le  sofferenze.
                   La  civilizzazione  decisa  in  seguito  all'incontro  Mussolini-Hitler  del
               20 luglio  1944, in un momento cioè di grave demoralizzazione della  po-
               polazione della repubblica sociale italiana, fu,  in un certo senso, un regalo
               di Hitler che andava oltre le  stesse richieste di  Mussolini, ma in realtà fu
               un regalo  d'obbligo,  in quanto i tedeschi  finalmente  si  resero  conto che,
               costringendo piu di mezzo milione d'italiani a vivere come bestie, in uno
               stato d'inferiorità morale,  razziale,  giuridica  e materiale,  finivano  con  il
               danneggiare  se  stessi,  traendo  risultati  minori  dai  lavori  cui  erano  stati
               adibiti gli  internati.  Il  mutamento  di  status  della  massa  degli  internati  e
               l'impiego di alcuni di questi quali forze  ausiliarie delle unità germaniche
               furono  fatti  apparire come una soluzione magnanima di  Hitler,  ma essa
               fu  dovuta al fatto che oramai, nella seconda metà del  1944, sarebbe stato
               assolutamente impossibile reperire in Italia altra mano d'opera nella mi-
               sura  necessaria  alla  economia  tedesca.


               (l 0)  Ibidem, p.  5 39.








   II-VOLUME-QUINTO_ANNO.indd   410                                                     07/03/16   15:16
   406   407   408   409   410   411   412   413   414   415   416