Page 21 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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L'ANNO 1945: TRA LA GUERRA E LA PACE 21
dro generale sembra ulteriormente aggravarsi, pur nella soddisfazione ge-
nerale della fine della guerra. Infatti non si risolse molto, all'infuori della
definitiva scomparsa della R.S.I. e delle sue strutture, talune mai nate; il
clima politico lungi dal placarsi comincia ad accendersi, sia per la lotta
dei partiti che presto passarono dalla concordia della lotta antifascista alla
rottura dei CLN, sia per la questione connessa a quella parte, civile o mi-
litare, che aveva creduto nel nuovo regime fascista e vi aveva militato in
buona o in malafede. Una nuova epurazione, una nuova lotta e persecu-
zione contro taluni esponenti dell'odiato regime ed una nuova fase di in-
certezza si impadronirono del clima italiano il quale non sembra avere
liquidato del tutto le questioni generali connesse alla guerra perduta. Pro-
prio in questo quadro l'evocazione della cobelligeranza e dell'alleanza con
gli anglo-franco-sovietico-statunitensi, appare citata quale ultima speran-
za per superare l'insieme dei problemi. Ma su questo aspetto la caparbia
sordità degli alleati tutti non pare diminuire con la riacquistata pace; pri-
ma tra tutti il problema dei prigionieri di guerra la cui immediata libera-
zione dai campi venne invano richiesta dalle autorità italiane. Una tenace
politica rivendicativa, più che una generosa apertura verso l'Italia nuova,
appare quale elemento comune degli 'alleati' per la cui causa si erano mo-
bilitati al sud gli uomini delle ltalian Service Vnits e del rinato esercito re-
gio, ed al nord l'insieme dei partigiani. Il loro apporto, così ripetutamente
richiesto e riconosciuto in tempo di guerra, venne accantonato subito do-
po la fine delle ostilità, quasi si dovessero riconoscere gli italiani tutti solo
nella veste di nemici vinti e non di alleati. I rapporti con gli alleati non
costituiscono peraltro l'unico terreno di crisi italiana: quella interna, poli-
tica, economica ed istituzionale domina la crisi del gabinetto Bono mi ( 12
giugno 1945), il quale non doveva sopravvivere a lungo alla liberazione
dell'intero paese. Solo con la costituzione del governo 'unitario' di Ferruc-
cio Parri, il 19 giugno 1944, appare una nuova fisionomia politica dell'I-
talia con l'ingente apporto degli uomini dei partiti, i quali al nord, durante
la lotta partigiana avevano dato vita al CLNAI con intenti unitari. A que-
sto governo dovevano toccare compiti immani i quali, da lì a poco, avreb-
bero dovuto liquidarlo specialmente dopo l'esplosione della innaturale
coalizione politica. In un momento storico generale che stava rapidamen-
te assumendo il colore della guerra fredda tra gli alleati della 'grande Al-
leanza', era inevitabile che proprio questa contingenza, più che altre di
tipo interno dovessero sconfiggere quel tentativo unitario affidato ad un
partito, il partito d'Azione, il quale non aveva nessun retroterra popolare.
Quasi ripercussione di questa crisi intestina del governo CLN, le condi-
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