Page 232 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
P. 232

224                                                   NICOLA DELLA  VOLPE

               cattività al campo 211  in Nord Africa.  Per il resto, le minuziose segnala-
               zioni dell'Ufficio sui prigionieri di guerra, ricchissime di dati, lasciano sol-
               tanto  intendere  che  fra  i prigionieri  che  rimpatriavano  dai  campi  degli
               alleati vi erano anche militari repubblicani,  ma non riportano mai stati-
               stiche specifiche.  Ai  10 000, possiamo aggiungere i circa  35 000 prigio-
               nieri detenuti  a Coltano e Laterina,  più i  10/15 000 rinchiusi  negli  altri
               campi di transito e di detenzione d'Italia, incluse le ausiliarie ristrette nel
               campo  di  Scandicci.  Nelle  nostre  ricerche,  non  abbiamo  rinvenuti  altri
               documenti che indichino altre cifre o consentano ulteriori statistiche. Pos-
               siamo sottrarre, quindi, alla cifra indicata di 400 000, un totale di 5 5/60 000
               prigionieri  certi,  uomini  e  donne  che  avevano  servito  nella  R.S.I.
                   Continuando i conteggi, proviamo ad aggiungere a tale cifra le  per-
               dite, quelle certe e quelle presumibili. Di quelle certe, conosciamo soltan-
               to le perdite subite in Italia fino al marzo 1945: esse assommavano a 7184
               caduti, feriti,  dispersi. 0 )  Dopo questa data,  non abbiamo più rilevamenti
                                    2
               documentati.  Virgilio  Ilari  stima  in  25 000  le  perdite  dei  militari  della
               R.SJ.<B>  Riteniamo che la  cifra si  riferisca  soltanto a  quelli  impiegati  in
               Italia,  e comunque inferiore alla  realtà.  Se  infatti alle  perdite certe som-
               miamo i circa 23 000 scomparsi nella Venezia  Giulia, ed i 40 000 circa
                                                       4
              eliminati nel periodo aprile-maggio  1945,0 > le perdite ascendono a oltre
               70000.
                   Sommando i 60 000 prigionieri alle perdite stimate di  70 000, arri-
               viamo a  130 000; a  questo punto,  non conosciamo quale sorte subirono
                270 000  restanti  dei  400 000 militari  indicati.
                   Possiamo solo ipotizzare che una gran parte di essi ritornò alle pro-
               prie  case  e  che  fu  sottoposta  al  giudizio  di  discriminazione.
                   Purtroppo, non abbiamo dati statistici del lavoro svolto  dalle  com-
               missioni di  epurazione, attraverso i quali potremmo almeno contare con
               certezza i sopravvissuti. Sarebbe, è vero, in linea teorica, sempre possibile
               ricavare questi dati attraverso l'esame degli stati di servizio degli ufficiali



               (12)  A.U.S.S.M.E.,  fondo  I  l, busta  56.  Nella  busta ci  sono molti  elenchi  nominativi.
               (13)  Virgilio  Ilari,  Storia  del  servizio  militare in  Italia,  Vol.  IV,  Roma,  1991.
               (14)  Riteniamo la  stima verosimile, come media tra gli oltre 30 000 che sarebbero stati
                   indicati a  Silvio  Bertoldi  da  Ferruccio  Parri,  i  50/60 000  ipotizzati  da  Ferruccio
                   Lanfranchi su  "Il Tempo" del  13  agosto  1951, e i 42 000 indicati da  un gruppo
                   di lavoro dell'Istituto Storico della R.S.I.  (Carlo Mazzantini, I balilla andarono a Salò,
                   Venezia,  1995).








   III-VOLUME-SESTO-anno.indd   224                                                     22/03/16   09:41
   227   228   229   230   231   232   233   234   235   236   237