Page 236 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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                   L'apertura degli archivi alleati agli  inizi degli  anni  '70 ha sbloccato
              soltanto in parte la situazione. Ne è derivato certamente un impulso a nuove
              ricerche, peraltro orientate prevalentemente verso  i problemi dell'ammi-
              nistrazione  alleata  in  Italia.  O>

                   Di fatto, la storiografia italiana ha, per così dire, rinunciato per lun-
              go tempo al compito di dare una interpretazione autonoma dell'argomen-
              to, lasciando questo compito agli storici alleati. Il risultato è stato lo spazio
              ridottissimo - per non dire nullo - attribuito in queste opere all'azione
              dei  nostri  partigiani;  conseguenza sul  piano storiografico  di  una sostan-
              ziale sottostima del  ruolo  avuto  dalla  Resistenza  italiana,  sia  in assoluto
              che in confronto a quella Greca e soprattutto a quella Jugoslava, nell'am-
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              bito  delle  scelte  strategiche di  fondo  alleate.<> Basti  pensare ai  lavori  di
              John Ehrman apparsi alla metà degli  anni  '50 nella  collana ufficiale bri-
              tannica History of the Second World War ma anche alle pregevoli monografie
              di Jackson  e  di  Shepperd  sulla  campagna  d'ltalia.<5>
                   In questi ultimi anni le cose non sono affatto cambiate: ne sono pro-
              va  i recenti volumi British lntelligence in the  II  W. W. dell'inizio degli  anni
              '90: anche qui, nella  migliore delle ipotesi, una o due brevi citazioni, ri-
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              spetto  allo  spazio  dedicato  alla  resistenza Jugoslava.< >
                   Per avere riferimenti di qualche consistenza occorre rivolgersi ai vo-
              lumi dedicati alle campagne militari della collana britannica citata e della
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              analoga  collana  americana; <> ma soprattutto a  quelle  che  a  tutt'oggi  re-
              stano le  vere eccezioni  da  questo punto di  vista:  mi riferisco  a  lavori di


              (3)  E.  Aga-Rossi,  op. cit.  p.  194· 7.
              (4)  Ibid.  p.  196.
              (5)  J. Ehrman, Grand Strategy, vol. V, Aug. 1943-Sept. 1944, vol. VI, Oct. 1944-Aug. 1945,
                 London, Her Majesty's Stationery Office,  1956; G.A. Shepperd, La campagna d'Ita-
                 lia. 1943-1945, Milano, Garzanti,  1975; W .G.F.Jackson, La battaglia d'Italia, Mila-
                 no,  Baldini  e  Castaldi,  1970.
              (6)  F.H . Hinsley  - C.A.G. Simkins,  British  Intelligence  in  the  Second  World  War,  volume
                 four,  Security and counter-intelligence; M. Howard, British  Intelligence in the Second World
                 War, volume  five,  Strategie  Deception,  London,  HMSO,  1990.
              (7)  Per la parte americana cfr. E.F. Fisher,Jr. The Mediterranean  Theater ofOperations: Cas-
                 sino  to  the  Alps,  Washington,  D.C.  Center  of Military  History of the  United  States
                 Army,  1977; per la  parte inglese,  cfr. W. Jacson- P.  Gleave,  The Mediterranean  and
                 Middle East,  vol. VI,  Victory in the Mediterranean,  part Il,june to October  1944, London,
                 HMSO,  1987;  H .L.  Coles  - A.K.  Weinberg,  Civil Affairs:  Soldiers  become  Governors,
                 Washington, D.C.  Office of the Chief of Military History Department of the Army,
                 1964; C. R.S. Harris, Allied Military Administration ofitaly 1943-1945, London, HMSO,
                 1957.








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