Page 238 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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               dro strategico complessivo alleato, permettendo così ai nostri studi in ma-
               teria di uscire da quella dimensione provinciale che li aveva a lungo carat-
               terizzati. OOl
                   Certamente, ancora manca anche in questo campo un lavoro di sin-
               tesi  che  utilizzi  le  carte  degli  archivi  alleati  insieme  a  quella  dei  CLN e
               alla  ricca  documentazione  dei  comandi  militari  del  sud esistente  presso
              l'Ufficio Storico dello SME, alla quale mi sono largamente rifatto nella se-
               conda  parte del  mio  intervento  che  vuole  essere  appunto  una  proposta
               di lavoro per completare un quadro che resterebbe incompiuto in assenza
               di  uno  dei  protagonisti  di  quello  che  fu  spesso  un  dialogo  a  tre  voci.
                   Pur restando in attesa di questa opera complessiva, grazie agli studi
               citati,  è ormai chiaro lo  scenario che  occorre tenere presente per inqua-
               drare correttamente la vicenda, a cominciare dalla condizione di nazione
               sconfitta  nella  quale si  trovava l'Italia:  una realtà di  fatto  dolorosa e per
               questo  spesso  rimossa  dai protagonisti di quegli  eventi,  nel campo della
               Resistenza come nel "Regno del sud", e, quel che è più grave, talvolta sot-
               taciuta anche dalla storiografia. Uno "status", quello di sconfitti, che non
               ci  permetteva di porre alcuna condizione ai vincitori, i quali mostravano
               si di apprezzare i nostri sforzi per "pagarci il biglietto", ma come è ovvio,
               pretendevano di decidere essi le  forme e i tempi di questo pagamento. Oll

               (10)  Già nella  seconda metà degli  anni '70 in effetti gli  studi condotti sui  fondi  alleati
                   cominciava·no a produrre i primi effetti  con saggi  dedicati ad aspetti specifici del
                   tema;  è il  caso  di  G. Perona,  Torino  tra  Atene e Varsavia. L'operazione  "Cinders",  in
                   "Mezzosecolo", n.  l, Torino,  1976; G.Valdevit, Resistenza e alleati tra Italia e Yugo-
                   slavia, in  "Qualestonia" ,  n.  l, marzo  1980;  R.N.  Absalom,  I servizi segreti alleati
                   e la  Resistenza  italiana,  in Intelligence.  Propaganda, missioni e "operazioni speciali"  degli
                   Alleati in  Italia,  a cura di L.  Mercuri, Roma, FIAP, s.d.; E.  Aga·Rossi · B.F. Smith,
                   La resa tedesca in Italia,  Milano, Feltrinelli,  1980, cap. Il; ma per l'inizio di un vero
                   e proprio processo di revisione degli studi occorre attendere il 1983, con il già cita-
                   to,  Alleati e Resistenza in  Italia  della  stessa  E.  Aga-Rossi  che  a  tutt'oggi  costituisce
                   l'unico lavoro che affronta i rapporti fra  partigiani, inglesi e americani, fornendo,
                   pur  nello  spazio  ristretto  di  un saggio,  una ricostruzione  esauriente e scientifica-
                   mente valida  sia  sul piano metodologico  che  nel  merito.  Ad esso  rinviamo anche
                   per l'ampia bibliografia. In questa direzione ha lavorato successivamente Massimo
                   De Leonardis nella sua monografia già citata dedicata ai rapporti fra la Gran Bre-
                   tagna e la resistenza. Da segnalare ancora il recente lavoro di G. Petracchi, Ai tempi
                   che Berta filava. Alleati e patrioti sulla Linea Gotica (1943-1945), Milano, Mursia, 1995,
                   dedicato alla formazione partigiana autonoma "Pippo" operante nell'XI zona nel-
                   l' Appennino toscano, fra Lucca e Pistoia e largamente basato sulla documentazione
                   americana,  comprese le  carte  dell'OSS.
               (11)  Cfr.  E. Aga-Rossi,  op. cit.  p.  200.  Sulle  conseguenze  della  mancata  comprensione
                   di  questi  aspetti  e  più  in generale  sugli  "equivoci"  nei  rapporti  fra  Resistenza  e
                   Alleati cfr. le puntuali osservazioni di R.  De Felice, in Rosso e Nero,  Milano, Baldini
                   e  Castoldi,  1995,  p.  79-89.








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