Page 238 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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230 GIUSEPPE CONTI
dro strategico complessivo alleato, permettendo così ai nostri studi in ma-
teria di uscire da quella dimensione provinciale che li aveva a lungo carat-
terizzati. OOl
Certamente, ancora manca anche in questo campo un lavoro di sin-
tesi che utilizzi le carte degli archivi alleati insieme a quella dei CLN e
alla ricca documentazione dei comandi militari del sud esistente presso
l'Ufficio Storico dello SME, alla quale mi sono largamente rifatto nella se-
conda parte del mio intervento che vuole essere appunto una proposta
di lavoro per completare un quadro che resterebbe incompiuto in assenza
di uno dei protagonisti di quello che fu spesso un dialogo a tre voci.
Pur restando in attesa di questa opera complessiva, grazie agli studi
citati, è ormai chiaro lo scenario che occorre tenere presente per inqua-
drare correttamente la vicenda, a cominciare dalla condizione di nazione
sconfitta nella quale si trovava l'Italia: una realtà di fatto dolorosa e per
questo spesso rimossa dai protagonisti di quegli eventi, nel campo della
Resistenza come nel "Regno del sud", e, quel che è più grave, talvolta sot-
taciuta anche dalla storiografia. Uno "status", quello di sconfitti, che non
ci permetteva di porre alcuna condizione ai vincitori, i quali mostravano
si di apprezzare i nostri sforzi per "pagarci il biglietto", ma come è ovvio,
pretendevano di decidere essi le forme e i tempi di questo pagamento. Oll
(10) Già nella seconda metà degli anni '70 in effetti gli studi condotti sui fondi alleati
cominciava·no a produrre i primi effetti con saggi dedicati ad aspetti specifici del
tema; è il caso di G. Perona, Torino tra Atene e Varsavia. L'operazione "Cinders", in
"Mezzosecolo", n. l, Torino, 1976; G.Valdevit, Resistenza e alleati tra Italia e Yugo-
slavia, in "Qualestonia" , n. l, marzo 1980; R.N. Absalom, I servizi segreti alleati
e la Resistenza italiana, in Intelligence. Propaganda, missioni e "operazioni speciali" degli
Alleati in Italia, a cura di L. Mercuri, Roma, FIAP, s.d.; E. Aga·Rossi · B.F. Smith,
La resa tedesca in Italia, Milano, Feltrinelli, 1980, cap. Il; ma per l'inizio di un vero
e proprio processo di revisione degli studi occorre attendere il 1983, con il già cita-
to, Alleati e Resistenza in Italia della stessa E. Aga-Rossi che a tutt'oggi costituisce
l'unico lavoro che affronta i rapporti fra partigiani, inglesi e americani, fornendo,
pur nello spazio ristretto di un saggio, una ricostruzione esauriente e scientifica-
mente valida sia sul piano metodologico che nel merito. Ad esso rinviamo anche
per l'ampia bibliografia. In questa direzione ha lavorato successivamente Massimo
De Leonardis nella sua monografia già citata dedicata ai rapporti fra la Gran Bre-
tagna e la resistenza. Da segnalare ancora il recente lavoro di G. Petracchi, Ai tempi
che Berta filava. Alleati e patrioti sulla Linea Gotica (1943-1945), Milano, Mursia, 1995,
dedicato alla formazione partigiana autonoma "Pippo" operante nell'XI zona nel-
l' Appennino toscano, fra Lucca e Pistoia e largamente basato sulla documentazione
americana, comprese le carte dell'OSS.
(11) Cfr. E. Aga-Rossi, op. cit. p. 200. Sulle conseguenze della mancata comprensione
di questi aspetti e più in generale sugli "equivoci" nei rapporti fra Resistenza e
Alleati cfr. le puntuali osservazioni di R. De Felice, in Rosso e Nero, Milano, Baldini
e Castoldi, 1995, p. 79-89.
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