Page 446 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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                   Nella situazione politica e militare seguita all'armistizio, quando con
              la  resa senza condizione e il caos susseguente era stata persa la  sovranità
               nazionale,  gli  aviatori  italiani  mantenendo  i loro  reparti  organicamente
              uniti "di fatto" sostanziarono il Governo italiano, che così sopravvivendo
               salvaguardava in qualche modo la sovranità dello Stato. Per questi uomi-
               ni  d'azione non vi era scelta:  Sud o Nord.  Quelli che erano al Sud Italia
              o  che  si  portarono al  Sud con i loro  velivoli,  di  loro  iniziativa  ripresero
              a combattere contro il nuovo nemico nonostante la deludente e umiliante
              sconfitta dell'Italia e la diffidenza degli  Anglo-Americani. Altri che erano
              al Nord, o che ivi si  portarono, in relazione a valutazioni personali di ca-
              rattere morale, vollero, ugualmente continuare a combattere contro il ne-
              mico di prima: gli Anglo-Americani. Presto anche questi dovettero sfidare
              la  diffidenza  dei  Tedeschi.
                   Nei lunghi mesi che dall'autunno del1943 portarono alla primavera
              del  '45  non era  certo  facile  stabilire quale  delle  due  scelte  sarebbe stata
              la giusta. Nella maggior parte degli aviatori vi  era la volontà ferrea di di-
              fendere  la  loro  Patria.  Dalla  tragica  situazione,  cui  l'impreparazione di
              certi  capi  politici  e militari  li  aveva  portati  nel  miraggio  di  una guerra
              di prestigio, di opportunità, sicuramente vinta dall'alleato germanico, non
               si  poteva  uscire  che  combattendo lealmente.  Con  queste  premesse  com-
              batterono gli  aviatori  del  Sud,  altre  premesse  ugualmente  valide,  anche
               se  contrapposte, diedero vita  e coraggio a  quelli  del Nord. Un paralleli-
               smo sorprendente accomunava questi combattenti del Sud e del Nord, fra
               i quali non vi fu  mai scontro armato pur combattendo su due fronti con-
               trapposti.

                   Nel loro subconscio, dopo le dure esperienze di 39 mesi di aspre lot-
              te, sempre in condizioni d'inferiorità per mezzi ed organizzazione nei con-
               fronti  del  nemico,  vi  era  il  desiderio  di  ricostruire l'aeronautica italiana
               su basi di efficienza, senza burocratizzazione e ingerenze politiche, che tanto
               danno  avevano  recato  alle  Forze  Armate  italiane.
                   Essi vollero riorganizzarsi, riarmarsi e battersi per la difesa della Pa-
               tria. E anche perché l'aeronautica italiana non venisse fagocitata dalla R.A.F.
               e dalla U.S.A.A.F. al Sud e dalla Luftwaffe al Nord. Essi dovettero accetta-
               re di operare, pur di operare, sotto il rigido e mortificante controllo stra-
               niero: degli Anglo-Americani quelli del Sud e dei Tedeschi quelli del Nord.
               Tutto perché l'Italia aveva  perso la  sua unità nazionale,  con un governo
               a  Brindisi  e  uno  a  Salò.








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