Page 446 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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438 SEBASTIANO LICHERI
Nella situazione politica e militare seguita all'armistizio, quando con
la resa senza condizione e il caos susseguente era stata persa la sovranità
nazionale, gli aviatori italiani mantenendo i loro reparti organicamente
uniti "di fatto" sostanziarono il Governo italiano, che così sopravvivendo
salvaguardava in qualche modo la sovranità dello Stato. Per questi uomi-
ni d'azione non vi era scelta: Sud o Nord. Quelli che erano al Sud Italia
o che si portarono al Sud con i loro velivoli, di loro iniziativa ripresero
a combattere contro il nuovo nemico nonostante la deludente e umiliante
sconfitta dell'Italia e la diffidenza degli Anglo-Americani. Altri che erano
al Nord, o che ivi si portarono, in relazione a valutazioni personali di ca-
rattere morale, vollero, ugualmente continuare a combattere contro il ne-
mico di prima: gli Anglo-Americani. Presto anche questi dovettero sfidare
la diffidenza dei Tedeschi.
Nei lunghi mesi che dall'autunno del1943 portarono alla primavera
del '45 non era certo facile stabilire quale delle due scelte sarebbe stata
la giusta. Nella maggior parte degli aviatori vi era la volontà ferrea di di-
fendere la loro Patria. Dalla tragica situazione, cui l'impreparazione di
certi capi politici e militari li aveva portati nel miraggio di una guerra
di prestigio, di opportunità, sicuramente vinta dall'alleato germanico, non
si poteva uscire che combattendo lealmente. Con queste premesse com-
batterono gli aviatori del Sud, altre premesse ugualmente valide, anche
se contrapposte, diedero vita e coraggio a quelli del Nord. Un paralleli-
smo sorprendente accomunava questi combattenti del Sud e del Nord, fra
i quali non vi fu mai scontro armato pur combattendo su due fronti con-
trapposti.
Nel loro subconscio, dopo le dure esperienze di 39 mesi di aspre lot-
te, sempre in condizioni d'inferiorità per mezzi ed organizzazione nei con-
fronti del nemico, vi era il desiderio di ricostruire l'aeronautica italiana
su basi di efficienza, senza burocratizzazione e ingerenze politiche, che tanto
danno avevano recato alle Forze Armate italiane.
Essi vollero riorganizzarsi, riarmarsi e battersi per la difesa della Pa-
tria. E anche perché l'aeronautica italiana non venisse fagocitata dalla R.A.F.
e dalla U.S.A.A.F. al Sud e dalla Luftwaffe al Nord. Essi dovettero accetta-
re di operare, pur di operare, sotto il rigido e mortificante controllo stra-
niero: degli Anglo-Americani quelli del Sud e dei Tedeschi quelli del Nord.
Tutto perché l'Italia aveva perso la sua unità nazionale, con un governo
a Brindisi e uno a Salò.
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