Page 71 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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               montagna, e dovette quindi attraversare, come le  altre unità, un penoso
               periodo  di  adattamento  alla  particolare  forma  di  lotta.
                    Pur favoriti  quindi dall'atteggiamento difensivo e dal terreno aspro
               e difficile, che costituiva un alleato più della difesa che dell'attacco, i Te-
               deschi  risentirono  sensibilmente  della  scarsa  familiarità  con  l'ambiente,
               nonché delle inadeguatezze dell'equipaggiamento e dei mezzi logistici per
               un  tale  tipo  di  lotta.
                    Essi  impegnarono le  forze  articolandole in raggruppamenti pluriar-
               ma, schierati in corrispondenza delle più pericolose direttrici di movimento.
               Crearono ove necessario anche sottoraggruppamenti o gruppi tattici, affi-
               dando sia agli uni che agli altri, oltre che compiti di resistenza ad oltranza
               od a tempo determinato, anche la responsabilità delle reazioni immediate
               locali,  destinate a stroncare fin  dall'inizio  ogni  infiltrazione ed impedire
               così che si trasformassero in penetrazioni profonde, più difficili da arginare.
                    Quest'ultimo  compito  dinamico  acquistava  tanto  maggiore  risalto
               quanto più si andavano riducendo le  possibilità di interventi da tergo da
               parte dei Comandi superiori, sempre più a corto di riserve e mai alimen-
               tati.  I Tedeschi non esitavano dunque a lasciare indifesi i settori ritenuti
               meno pericolosi - anche a prezzo di gravi rischi - per intervenire a favo-
               re dei  raggruppamenti più minacciati.  È stato concordemente affermato
               che le  unità Germaniche hanno assolto  il loro compito difensivo  pur di-
               sponendo di forze molto ridotte. La  preponderanza avversaria in artiglie-
               ria  e forze  aeree  non ha  inoltre consentito loro  di  creare  organizzazioni
               difensive molto potenti; quindi non postazioni in calcestruzzo, ma in bar-
               betta ed in caverna nei punti più favorevoli. In compenso uno sbarramen-
               to di fuochi continuo fra le varie posizioni difensive ostacoli attivi e passivi
               di ogni genere (reticolati bassi e poco visibili; campi minati di vario tipo,
               interruzioni e sbarramenti efficacemente difesi  da pochi elementi in gra-
               do di infliggere serie perdite ai pionieri avversari). Avamposti molto rin-
               forzati sui versanti anteriori dei dossi, incaricati di disorganizzare l'attacco;
               linea di resistenza in cresta e rincalzi generalmente in contropendenza, con
               ampie possibilità di reazione di fuoco  e di movimento contro un nemico
               pervenuto  sulla  linea  di  cresta  a  corto  di  energie  e  duramente  provato.

                    Molti  Comandi in realtà,  rimasero  per  molto  tempo  nel  dubbio  se
               scegliere posizioni sui versanr i esposti all'offesa o su quelli in contropen-
               denza,  come preferito dalla  dottrina tedesca,  questo  al  fine  di  evitare le
               posizioni di cresta contro cui muoveva l'accusa principale di  non offrire
               profondità.








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