Page 67 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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60 PIER LUIGI BERTINARIA
in casa, non aveva alcun mezzo né per impedire né per accelerare la
vittoria di alcuno dei due contendenti;
di una volontà tedesca di resistere ad oltranza con un impegno il più
possibile limitato di forze, che escludeva in questo settore un intendi-
mento controffensivo;
di una volontà alleata di sfruttare la resa italiana e di attirare sul fian-
co meridionale dell'Europa la maggiore entità di forze possibile. Tale
volontà, insieme ad un certo ottimismo iniziale circa la possibilità di
conseguire facilmente buoni risultati, in analogia a quanto avvenuto
in Tunisia ed in Sicilia, e al mancato apprezzamento delle difficoltà
che la montagna e le condizioni climatiche avrebbero presentato alle
operazioni, nonché delle loro influenze sull'impiego tattico delle unità
di fanteria, corazzate e del genio, indussero gli Alleati a persistere nel-
l' atteggiamento offensivo. Questo, probabilmente, fu reso necessario
anche dall'esigenza di non cedere l'iniziativa all'avversario e di evitare
che esso potesse essere indotto ad agire offensivamente cogliendo suc-
cessi di prestigio.
Sicché la campagna italiana degli alleati, con la sola eccezione delle
controffensive tedesche contro Anzio dell'inizio e della fine febbraio 1944
è costituita da una serie di offensive più o meno coordinate ed efficaci che:
non permisero di pervenire ad eliminare le forze tedesche se non al
termine del conflitto;
non distolsero probabilmente ingenti forze tedesche da altri fronti (il
computo alleato delle Divisioni è piuttosto ingannevole data la forza
assai ridotta sia organica sia effettiva, di molte Divisioni tedesche);
non sottrassero le risorse dell'Italia Settentrionale allo sforzo bellico
tedesco;
impegnarono notevoli forze, che, peraltro, in quel momento non si sa-
rebbero potute impegnare utilmente altrove;
consentirono, peraltro, a Comandi, Quadri e Truppe una esperienza
preziosa di ogni genere.
Per ambe le parti fu insomma l'occasione, il luogo, il modo di incon-
tro e di scontro, non-decisivo, con vantaggi e svantaggi sui quali si può
discutere a lungo; per l'Italia fu la tragedia che tutti sappiamo.
L'Italia tornava ad essere l'ambiente della lotta come nel XVI Secolo
tra Francia e Spagna, o come tra Francia ed Austria successivamente. Co-
me allora, ciò era il risultato della nostra debolezza militare oltre che di
errori politici.
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