Page 65 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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                    Se,  come  afferma  Eisenhower,  lo  scopo era limitato al  fissare  forze
               tedesche in Italia, sarebbe stato sufficiente lo sbarco in Calabria progetta-
               to originariamente e su cui erano calibrate forze e mezzi concordati in se-
               de  di  conferenza  "Trident".

                    Da parte tedesca, invece, giocò un ruolo determinante il verticismo
               delle  decisioni.  All'ottimo piano elaborato per fronteggiare la situazione
               nell'ipotesi più sfavorevole non corrispose una sufficiente elasticità di at-
               tuazione in relazione alla valutazione del comandante responsabile del set-
               tore  investito;  inoltre  il  rifiuto  opposto  alla  richiesta  di  spostamento  di
               forze al sud, peraltro di entità limitata, fece perdere una irripetibile occa-
               sione di successo  nello  scacchiere peninsulare.  Una volta  consentito agli
               Alleati di stabilire una solida testa di ponte a Salerno, malgrado l'impiego
               di forze  ridotte, la  situazione non poteva consentire soluzioni diverse da
               quella di una manovra in ritirata con il massimo sfruttamento del terreno
               ai fini del frenaggio, essendo ormai inevitabile soggiacere all'imposizione
               del  fronte  italiano.
                    Da parte tedesca, l'invio relativamente limitato ma tempestivo di forze,
               iniziato il 20 luglio, ha permesso di conseguire il possesso di tutta l'Italia
               settentrionale ed il controllo delle regioni centro-meridionali consentendo
               quindi, alla dichiarazione dell'armistizio italiano, di procedere con imme-
               diatezza all'occupazione militare dell'intera Penisola. L'incapsulamento delle
               forze  italiane,  sebbene  siano  state  prese  adeguate  contromisure,  ha  rag-
               giunto il successo essenzialmente per la superiore potenza e mobilità delle
               unità germaniche.
                    Successivamente, l'esatta valutazione, da parte del Comando tedesco,
               della condotta delle operazioni alleate, eccessivamente prudente e di limi-
               tata portata, ha permesso di contenere gli avversari su posizioni "avanzate".

                    Una ritirata verso la linea delle Alpi avrebbe concesso al nemico una
               illimitata libertà di  movimenti in direzione della  Francia e dei Balcani e
               lo scatenamento della guerra aerea su tutta la Germania. Una sollecita di-
               fesa della linea Gotica, sugli Appennini, avrebbe semplificato il problema
               logistico ma non risparmiato uomini e materiali  e neppure diminuito il
               pericolo di sbarchi navali ed aviosbarchi o l'estensione della guerra aerea.
               La  decisione di mantenere la battaglia il più avanti possibile in territorio
               italiano ha conseguito il risultato di impegnare un più elevato numero di
               unità alleate che diversamente avrebbero potuto intervenire nel settore oc-
               cidentale.









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