Page 61 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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                    In un incontro del  23  aprile,  tuttavia, Vietinghoff e Wolff decisero
               di comune accordo di ignorare gli  ordini di  Hitler per una prosecuzione
               della  resistenza  e  di  negoziare  una  resa.
                    Alle  14.00 del 29 aprile rappresentanti tedeschi (all'incontro era pre-
               sente anche il rappresentante sovietico, Gen. Koslenko) firmarono un do-
               cumento che prevedeva l'entrata in vigore di una resa incondizionata alle
               ore  12.00 del  2  maggio,  data che fu  rispettata  nonostante un intervento
               in  extremis  di  Kesselring.

               c.  Considerazioni  conclusive
                    La  concezione alleata dell'offensiva di primavera - dopo l' esperien-
               za  autunnale che aveva  portato al  mancato sfruttamento del successo da
               parte degli alleati per mancanza di tempestività e per carenze di coordina-
               mento delle due azioni affidate rispettivamente alla  5a  ed alla ga  Armata
               - sembra rispondere ad una più razionale scelta delle direttrici operative
               e  dell'obiettivo  cui  tendere.
                    Essa  si  configura  come  una  battaglia  di  annientamento  affidata  ad
               un'azione frontale di rottura sulla direttrice appenninica e ad un'altra di
               avvolgimento lungo la direttrice adriatica sussidiata da uno sbarco sul fian-
               co,  impostata graduando gli  sforzi  nel tempo senza lasciare  nulla  all'im-
               previsto e mirante, con un rapido sfruttamento del successo, alla decisione
               della  battaglia.

                    L'esecuzione dell'azione rispecchiò in sostanza l'impostazione, facili-
               tata anche da una supremazia aerea  quasi assoluta che  rese  possibile sia
               l'interruzione dei ponti sui principali fiumi della pianura padana, rendendo
               problematica l'alimentazione dello sforzo difensivo tedesco, sia le assenze
               di qualsiasi minaccia aerea avversaria sui propri itinerari di afflusso e sgom-
               bero  per l'alimentazione  dello  sforzo  offensivo  alleato.

                    Altri elementi di successo  in fase  condotta si  rivelarono essere l'im-
               piego di unità e mezzi specifici all'ambiente operativo (Divisione da mon-
               tagna sugli Appennini, mezzi Fantails in laguna, carri dotati di lanciafiamme
               contro  le  difese  ancorate)  e  quello  dell'artiglieria,  manovrato  a  massa.
                    Per contro la concezione difensiva tedesca, pur caratterizzata dall'a-
               bile sfruttamento delle condizioni ambientali e del fuoco di artiglieria per
               economizzare le  forze,  fu  condizionata dal  rigore  di  una difesa  ancorata
               imposta dall'O.K.W. alle forze tedesche in Italia, contrariamente a quan-
               to  fatto  nel  corso  di  tutta  la  campagna  della  penisola.









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