Page 69 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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                    Si  ritornò  così,  nonostante la  forte  disponibilità di  forze  corazzate,
               ad un tipo di battaglia simile a quelle condotte nella guerra del  1915-18.
               L'azione  risolutiva  risultò  spesso  impedita  dalle  avverse  condizioni  me-
               teorologiche e dall'impiego di  mezzi  che,  causa  il terreno,  non  potevano
               sviluppare tutta la loro potenza (carri) oppure cooperare a massa in cam-
               po  tattico  (aviazione).
                    Ne derivarono altissime percentuali di perdite di Quadri, dovute al
               fatto  che per rianimare gli uomini e risolvere determinate situazioni, sol-
               tanto l'azione personale dei Comandanti di grado meno elevato poteva avere
               effetti  trascinatori.
                    Assai proficuo, date le condizioni della lotta, risultò l'intervento del
               Corpo di Spedizione Francese, il quale comprendeva le uniche truppe Al-
               leate abituate ad operare in montagna ed in parte attrezzate per combat-
               tervi.  Con la  loro  azione,  divenne più agevole  attaccare su ampio fronte
               mediante l'apporto di tutto il fuoco disponibile, per fissare il nemico sulle
               sue posizioni e poter poi attaccare nei punti risolutivi dove si era realizza-
               ta un'adeguata superiorità nelle  forze  di  fanteria.  Notevoli le  esperienze
               circa combattimenti particolari quali i combattimenti negli abitati, il su-
               peramento di ostacoli, i combattimenti diurni e notturni. Circa i corsi d'ac-
               qua:  anche quelli di modesta entità opposero difficoltà alloro passaggio.
                    Nonostante gli sforzi alleati fossero sostenuti da un consistente fuoco
               di artiglieria ed aereo, non fu infatti quasi mai possibile effettuare il gitta-
               mento di ponti, indispensabili per il passaggio di materiali pesanti (carri
               armati, artiglierie), prima che incominciasse a delinearsi il crollo di tutta
               l'organizzazione difensiva. Fu inoltre sempre molto difficile, nei casi d'in-
               successo, il recupero del personale, delle armi e dei mezzi già portati sulla
               sponda  opposta.
                    Le perdite della fanteria costituirono uno dei problemi maggiori, poi-
               ché non furono sufficienti i complementi destinati dal "Servizio di Coscri-
               zione"  americano.  Si  cercò  di  risolvere  il  problema creando depositi  di
               complementi,  centri  di  istruzione di  Armata,  centri  di  recupero  di  eva-
               cuati dal fronte o dimessi dagli stabilimenti militari. Con questo sistema
               si  ottennero,  nel  complesso,  buoni  risultati.
                    Nei riguardi dei carri armati, le esperienze furono in genere negati-
               ve;  l'impiego fu  inizialmente limitato agli  assi  stradali e pertanto risentì
               delle continue interruzioni. Generalmente furono  pertanto impiegati fra-
               zionati,  in appoggio alla  fanteria,  e non poterono quasi  mai sfruttare la
               loro  forza  d'urto.









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