Page 26 - Fiori della Pietraia - Invenzioni e Sviluppo delle tecnologie durante la Grande Guerra
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questi strumenti più perfetti, il che anche significa che chi
fabbricherà gli strumenti (cioè le armi) più perfetti otterrà
un vero trionfo su chi fabbricherà strumenti imperfetti.” 12
E in questa terribile gara per la supremazia, sia per con-
seguirla che per mantenerla, la tecnologia giocò un ruolo
fondamentale, comportando spese sempre maggiori e allar-
gandosi a qualsiasi settore che potesse, anche in maniera
marginale, contribuire al successo nelle guerre. Posta così la
questione, la tecnologia militare altro non è se non la som-
matoria di tutte le competenze alle spalle di ogni produzio-
ne ottimale. Procedura esecutiva che a sua volta trae origine
dalla prolungata ripetitività e affinamento del lavoro arti-
gianale. Il tecnico fu perciò l’artefice che, producendo siste-
maticamente un determinato bene, lo rese sempre miglio-
re, più duraturo e progressivamente meno costoso. Che a
ben guardare significa riduzione dei tempi di realizzazione
e dei quantitativi dei materiali impiegati, e per conseguenza
dei costi unitari, cardini della rivoluzione industriale. Con-
siderando che nella guerra, specialmente in quella contem-
poranea per intuibili ragioni, confluiscono tutte le capacità
tecnico-scientifiche e che si dilapidino immense quantità di
prodotti, non stupisce che nel suo ambito si registri il più ra-
pido evolversi della tecnologia, la stessa che poi, ricadendo
sul mondo civile, ne provoca l’avanzamento.
Paradossalmente spesso è proprio quell’avanzamento che
funge da stimolo e da risorsa per la produzione bellica suc-
cessiva, dando la sensazione di un’inversione di tendenza!
La tecnologia, a esempio: “del secolo scorso aveva reso pos-
sibile la produzione in massa di armi non solo sempre più
i miglioramenti della siderurgia, quale che ne sia stata l’o- efficaci, ma anche di facile impiego. Per la fanteria, le car-
rigine, non produssero solo lame di crescente qualità, ma tucce eliminarono il maneggio separato della polvere e del-
anche utensili di analoga crescente validità per i più diver- la pallottola; la retrocarica eliminò l’uso della bacchetta; i
sificati compiti. La preminenza tecnologica, che sempre as- pacchetti caricatori e l’otturatore a chiusura rapida consen-
segnò a chi la possedeva il successo nei conflitti, deve con- tirono la celerità di fuoco; i mirini calibrati, una precisione
siderarsi la molla della sua costante evoluzione e sembra che fece di ogni coscritto, con poche settimane di addestra-
che, tra quanti se ne resero chiaramente consapevoli, sia mento, un tiratore tanto bravo che neppure il più anziano
stato Engels a teorizzarla esplicitamene. A dispetto, infatti, granatiere della Guardia prussiana di Federico il Grande
del suo noto socialismo: “ha dato alla soluzione del proble- avrebbe osato di competere con lui.” Sensato, perciò, con-
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ma un carattere nettamente aristocratico, perché secondo cludere che l’apparenza totalizzante delle tecnologia mili-
lui non è il numero che riesce a battere il numero più pic- tare delle ultime guerre fu una conseguenza della vastità
colo, ma è la qualità che trionfa sulla quantità, il che ci por- degli ambiti di influenza coinvolti, spesso tanto distinti e
ta direttamente a una concezione aristocratica. Egli infatti distanti da suscitare ampie incredulità: se il trench almeno
cerca di dimostrare che la forza non è soltanto un atto di
volontà, ma richiede, prima che si possa possederla, di ave- 12 Ibid., p. 173
re le sue basi in cose molto reali, e particolarmente in stru- 13 Da m. howard, La guerra e le armi nella storia d’Europa, Bari
menti fra i quali quello che, per la sua perfezione, supera 1978, p. 230
quelli che comparativamente sono più imperfetti: ne vie-
ne dunque di conseguenza che anzitutto bisogna produrre In alto: Fotoritratto di Friedrich Engels
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