Page 95 - Fiori della Pietraia - Invenzioni e Sviluppo delle tecnologie durante la Grande Guerra
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               se Yves Le Prieur 1885-1963,  ne inventò un tipo da istalla-  nere, ma si trattò di uno sparuto drappello rispetto alle oltre
               re sugli apparecchi per far incendiare i palloni frenati, gli ae-  2000, inquisite nel maxiprocesso del 186 a.C. per il medesimo
               rostati ed i dirigibili nemici, tutti di notevoli dimensioni e di   crimine e condannate dallo stesso Senato, sia pure a pene di
               estrema infiammabilità. I razzi Le Prieur grazie alla loro ri-  gran lunga più lievi! A farsene promotore fu Marco Porzio Ca-
               spondenza vennero adottati dalle forze aeree francesi, dalle   tone, che fece promulgare il Senatoconsultum de Baccanalibus,
               britanniche ed anche dalle italiane, come conferma l’azione   col quale fu ingiunta la sostanziale soppressione del culto, la
               condotta dal sergente Guido Nardini che il 22 giugno 1917   distruzione dei relativi templi, la confisca dei beni della setta,
               attaccò un draken austriaco con quei razzi abbastanza noti   nonché l’arresto dei capi e la persecuzione degli adepti.
               per essere di improba punteria contro un preciso bersaglio.   La scabrosità della materia e la rilevanza sociale di molte
               Quanto ai razzi è interessante tracciarne un breve sintesi del-  delle matrone coinvolte, imposero alle fonti un’insolita di-
               la loro vicenda storica, per la rilevanza che avranno dal dopo   screzione sui dettagli. Di certo il culto, almeno all’inizio, si
               guerra in poi in ogni settore civile e militare.        celebrava solo fra donne, una sorta di antesignano rituale
                 Tito Livio, rievocando uno scandaloso rito orgiastico avve-  femminista, con un esplicito sovvertimento dei valori etici
               nuto a Roma nel 186 a.C, si sofferma a descrivere un fenomeno   tradizionali, inibizioni ancora vigenti all’epoca ma rimos-
               chimico che, in base alle nozioni vigenti, non sarebbe dovu-  se dalle copiose libagioni. Senza entrare ulteriormente nel-
               to accadere. L’assenza di stupore nelle sue parole, tuttavia, ne   la vicenda, che in quanto tale esula dalla nostra indagine,
               lascia presumere una vasta notorietà e quindi una ricorrente   in quella lontana estate romana una legione di Erinni piut-
               adozione. La cornice in cui si colloca fu un grave reato contro   tosto che di Menadi, composta di madri, figlie e serve, tra
               la moralità, nella fattispecie di quella rigidissima dei rappor-  loro anche tanti uomini, tutte in profondo stato di ebbrez-
               ti coniugali, lesi dai misteri bacchici. Si sa che già nel 331 a.C.   za, sciamò nel cuore della notte dall’Aventino alla riva del
               vennero condannate a morte ben 160 donne per reati del ge-  Tevere. Livio [XXXIX, 12], al riguardo é inequivocabile:”
                                                                       le matrone in vesti di baccanti, con i capelli sconvolti e mu-
                                                                       nite di torce ardenti, corrono verso il Tevere, dove immerse
               21  CommaNdaNt  le  prieur,  Premier de Plongée, Éditions Fran-
               ce-Empire, Paris, 1956; ed ancora N. haNNa, The Art of Diving:An   nell’acqua le torce, che contenevano zolfo vivo e calce, le ri-
               Adventure in The Underwater World, Lyon Press, 2007     traevano ancora accese”.










































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