Page 15 - Fondo M-9 - Serie Sicilia (Pantelleria, Lampedusa, Egadi e Calabria)
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IntroduzIone - nota storIca 15
d’invasione sopra menzionati, Influx e Whipcord, i responsabili alleati, una
volta decisa l’operazione HUSKY, stimarono necessario coordinare ogni tipo
di informazione riguardante la Sicilia. Pertanto, oltre al Foreign Office, auto-
re di una serie di promemoria tra il marzo e il luglio 1943 anche l’Ufficio di
collegamento dell’Esercito americano a Londra predispose in data 15 febbraio
1943 un interessante e lungo memorandum sulla Sicilia. Esso è suddiviso in
più paragrafi, riguardanti rispettivamente la situazione morale, quella politica,
quella economica, la presenza tedesca, gli effetti dei bombardamenti alleati e
le conclusioni. Il rapporto confermava le precedenti notizie accumulate a Lon-
dra sul mediocre livello del morale italiano, reputato ancora più basso in Si-
cilia che sulla penisola. La deteriorata situazione politica in Sicilia emergeva,
secondo il rapporto, dalle visite compiute nell’isola alla fine di novembre dal
segretario del partito fascista Vidussoni e nel dicembre - gennaio 1943 dallo
stesso re Vittorio Emanuele. A proposito del movimento separatista siciliano
il rapporto si affidava alle notizie di fonte inglese, secondo cui la portata di
questo fenomeno era di difficile valutazione, mentre non c’era alcun dubbio
sulle sue tendenze pro-alleati e sul fatto che esso potesse essere ben sfrutta-
to al momento opportuno. Anche a proposito della Mafia le informazioni in
possesso degli americani erano ancora reputate insufficienti in quel febbraio
1943, sebbene fosse ritenuto da più parti che questo fenomeno non era stato
mai realmente abbattuto dal fascismo, ma solo addomesticato e inserito nel
sistema e negli ingranaggi governativi. Negli ultimi tempi però sembrava agli
americani che la Mafia avesse ripreso la sua libertà d’azione e la sua funzione
anti-amministrativa, avvalendosi anche dello spirito anarchico mediterraneo,
ritenuto pronto a contestare ogni ordine costituito. Le deficienze più evidenti
nella politica economica di guerra italiana, soprattutto in Sicilia, erano esatta-
mente individuate dal rapporto americano in questione nella penuria di mano
d’opera, nel sistema di razionamento e nel mercato nero. Agli americani risul-
tava che i bombardamenti aerei avevano danneggiato soprattutto Palermo e
Messina, pur senza essere stati così pesanti da causare ondate di vero panico.
Secondo il rapporto americano potevano essere tratte le seguenti conclusio-
ni dalle informazioni disponibili sulla situazione siciliana nel febbraio 1943:
malgrado le privazioni e l’ostilità alla guerra, i siciliani in complesso non sem-
bravano pronti alla rivolta. Esistevano certamente tra i braccianti e i manovali
siciliani motivi di indigenza e di sofferenza, che contrastavano con le con-
dizioni di vita delle classi più elevate e dei militari tedeschi. Non sembrava
certo che i siciliani fossero completamente demoralizzati e, pur tenendo conto
della propaganda, potevano essere vere le affermazioni di lealtà alla Nazione
e di patriottismo da parte della popolazione dell’isola. Questi sentimenti non
apparivano al momento facilmente abbattibili con l’uso del terrore da parte
dei bombardieri alleati e poteva invece avere più successo l’appello anglo-