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            sono in navigazione; l’altra si fondava sulla convinzione che le divisioni te-
            desche non sarebbero mai state in grado di muoversi rapidamente sulle strette
            strade siciliane sotto gli attacchi aerei nemici. Così prevalse il punto di vista
            di Kesserling che fece schierare le forze mobili, suddivise in aliquote, imme-
            diatamente a ridosso delle divisioni costiere. In buona sostanza il disegno di
            operazioni della difesa si può sintetizzare così:
                  contrasto iniziale da parte delle divisioni costiere;
                  impiego dinamico delle divisioni mobili contro le teste di sbarco;
                  attacco risolutivo, tendente a ricacciare il nemico in mare, da parte delle
                  divisioni tedesche.
               Tale concetto, per essere efficace, avrebbe richiesto per funzionare un’or-
            ganizzazione costiera migliore e da parte alleata uno sbarco in un solo punto e
            non su un’ampia fronte in punti differenti.

            Forze contrapposte. Le forze anglo-americane, con i mezzi da sbarco, erano
            dislocate in modo da minacciare la Sicilia occidentale più che quella orienta-
            le; infatti allo scopo di ingannare il nemico, l’intendimento era quello di far
            costeggiare ai convogli americani il Nord Africa, per poi volgere a sud verso
            Tripoli e dirigersi a nord in direzione di Malta per puntare, infine, sulle coste
            della Sicilia Sud orientale. Nonostante ciò le forze italo-tedesche erano per la
            maggior parte schierate nella Sicilia centro-orientale.
               L’organizzazione della difesa della Sicilia, devoluta alla 6  Armata (c.te
                                                                      a
            gen. Guzzoni, Ca. di S. M. gen. Faldella), era imperniata sull’impiego di forze
            adibite alla difesa delle coste, dei porti e degli aeroporti e di forze mobili per
            la manovra; lo stesso territorio era diviso in 2 sottosettori: quello ovest (XII C.
            d’A. c.te gen. Arisio, poi Zingales) e quello est ( XIV C. d’A. c.te gen. Rossi).
            La difesa delle coste era affidata alle Divisioni e Brigate costiere, ai Comandi
            Porto (Porto “N” Palermo e Porto “H” Catania), a reparti per la difesa fissa
            degli aeroporti ed infine alle piazze militari marittime di Messina, Reggio C.,
            Augusta-Siracusa e Trapani. Le unità costiere (6 divisioni e due brigate) però
            di fatto possedevano una scarsa efficienza operativa, poiché costituite preva-
            lentemente da elementi anziani dell’isola che risentivano molto dello stato
            morale della popolazione locale. Numerose, ma male armate, equipaggiate ed
            inquadrate, erano dislocate a cordone lungo gli oltre 1.400 Km. di coste. Ogni
            divisione, forte di circa 6/8 btg. con 600 uomini circa, disponeva in media di
            37 uomini per Km., 235 fucili mitragliatori (meno di 2 per Km), 475 mitra-
            gliatrici (3,6 per Km), 34 mortai da 81 mm. (1 per ogni 4 Km) e 56 cannoni
            (1 per ogni 2,5 Km). Non possedevamo mezzi di trasporto ad eccezione di
            una cp. per ogni rgt. che disponeva di biciclette o di autocarri. L’artiglieria era
            tutta da posizione, salvo un gruppo ogni divisione che era a traino animale,
            ed era costituita da btr. ordinarie da 75 mm. e da 149/35 ad affusto rigido; ne
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