Page 21 - Fondo M-9 - Serie Sicilia (Pantelleria, Lampedusa, Egadi e Calabria)
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IntroduzIone - nota storIca                  21


              roporto di Ponte Olivo. La reazione difensiva in questo settore fu immediata e
              violenta per la presenza in zona di G. U. dotate di alta operatività. Dopo un’ef-
              ficace azione di contenimento per tutto il giorno 10 sostenuta dalle truppe del
              gruppo mobile “Niscemi” all’alba dell’11 luglio le due G. U. (“Livorno” e “H.
              Goering”) sferrarrono un violento contrattacco (la “Livorno” perse nel solo
              contrattacco su Gela dell’11-12 luglio 214 ufficiali e circa 7.000 tra sottufficia-
              li e truppa sugli 11.400 elementi dell’organico, a dimostrazione dell’eroismo
              con cui si batté). Inizialmente entrambe le unità, finché si trovarono fuori tiro
              delle potenti artiglierie navali americane, fecero eccellenti progressi e nel giro
              di poche ore giunsero a breve distanza dalla spiaggia, tanto da far determinare
              al c.do dell’Armata americana l’intendimento per il reimbarco delle truppe.
              Ma il massiccio fuoco d’appoggio, preciso e distruttivo, si rivelò determinante
              (in particolare i pezzi da 152 mm. dell’incrociatore statunitense “Savannah”, e
              del suo gemello “Boise”, che secondo lo storico americano Morison dimostra-
                                                                                 3
              rono pienamente, per la prima volta, l’efficacia micidiale del proprio tiro) . La
              divisione “Livorno” subì perdite pesantissime mentre la “H. Goering” perse
              circa un terzo dei suoi carri. L’insuccesso e l’annientamento della “Livorno”
              possono in parte imputarsi al mancato coordinamento dell’azione nella parte
              finale dell’operazione per il rallentamento della divisione tedesca che permise
              alle unità navali nemiche di portarsi sotto costa e dare inizio ad un violento
              fuoco di repressione.
                 La forza Cent, sbarcata a Scoglitti non incontrò resistenza allo sbarco tran-
              ne che per alcuni attacchi aerei. Gli obiettivi principali di tale forza da sbarco,
              aeroporto di Comiso e di Biscari, vennero acquisiti l’11 ed il 14 luglio.
                                 a
                 Nel settore dell’8  Armata britannica, le unità sbarcarono anche esse alle
              02:45 del 10 luglio su quattro tratti diversi della costa sud orientale dalla peni-
              sola di Pachino a capo Murro di Porco; il XXX C. d’A. sbarcò ai due lati della
              penisola di Pachino con 13 btg. più due di commandos in primo scaglione e
              con 8 btg. in secondo, su spiagge difese da 1 btg. e mezzo della 206^ divisione
              costiera. Il XIII C. d’A. sbarcò con 9 btg. in primo scaglione e 9 in secondo su
              spiagge difese da 1 btg. e mezzo della 206^ divisione costiera. La I divisione
              canadese (16.000 uomini) ebbe di fronte 250 soldati italiani i quali misero fuori
              combattimento ben 75 nemici (1 su 3 aveva eliminato 1 nemico). Sul fronte
              della 5^ divisione inglese, intorno al caposaldo di Fontane Bianche, difeso da
              un plotone di 28 uomini del 146° rgt. costiero, dopo il combattimento vennero
              contati 14 caduti italiani e ben 105 inglesi. La reazione difensiva fu comunque
              lenta e inadeguata e ciò fu dovuto principalmente allo sparpagliamento della di-
              visione “Napoli” in piccoli distaccamenti appiedati e distanti tra loro. Anche se
              gli ordini furono emanati il 10 luglio stesso i movimenti furono lenti ed effettua-


              3   a sanToni, op. cit., p. 209.
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