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            tabile che le divisioni anglo-americane dilagassero nell’isola, facendo crollare
            la difesa. Per evitarlo, nella notte dall‘11 al 12 luglio, fu, quindi, ordinato
            l’arretramento delle forze mobili su una linea più ristretta, da Santo Stefano
            di Camastra, sul Tirreno, per Nicosia e Leonforte alla piana di Catania fino
            al mare. Il movimento retrogrado, combinato con la ritirata dalla zona occi-
            dentale della Sicilia delle divisioni Aosta e Assietta del XII corpo d’armata, si
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            svolse fra il 12 e il 21 luglio . Intanto la situazione in Sicilia era ulteriormente
            peggiorata. Le perdite subite dalle divisioni italiane, anche per il «crescendo
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            impressionante» delle diserzioni , avevano indotto il gen. Guzzoni a scio-
            gliere il XVI corpo: il Comando assunse la responsabilità della difesa costiera
            sullo stretto di Messina ed i resti della Livorno e della Napoli furono assorbiti
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            dal XIV Panzerkorps . L’8  Armata inglese, arrestata nella piana di Catania,
            tentò di aprirsi la via verso Messina con un lancio di paracadutisti, ma non
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            riuscì nell’intento. Per riprendere l’offensiva, l’8  Armata attese di avere in
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            rinforzo la 78  divisione; frattanto la 7  Armata americana, che aveva raggiun-
            to Palermo, in conseguenza della ritirata delle divisioni dalla parte occidentale
            dell’isola, avanzava contro il fronte Santo Stefano-Nicosia avendo ricevuto
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            anch’essa in rinforzo la 9  divisione,
               Le vicende politiche del 25 luglio ebbero un peso determinante sull’anda-
            mento delle operazioni ancora in corso e delle relazioni italo-tedesche , in-
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            fatti, dopo la scomparsa di Mussolini dalla scena politica, il gen. Hube chiese
            insistentemente il comando dell’intero fronte a terra. Il 31 luglio Guzzoni gli
            comunicò l’autorizzazione ricevuta dallo Stato Maggiore dell’Esercito e di-
            spose il trasferimento in Calabria del Comando XII corpo, del Comando della
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            D. f. Aosta e del Comando fanteria della D. f. Assietta . A partire dal 27 luglio
            i Tedeschi, che fino ad allora non avevano mai ripiegato se non costrettivi dal
            nemico, cominciarono a farlo anche quando non erano premuti, addirittura an-
            che quando il nemico era ancora lontano. Ciò costrinse spesso a ripiegare pre-
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            maturamente anche le contigue unità italiane . Il 1° agosto, l’8  Armata britan-
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            nica sferrò una nuova offensiva e la 7  Armata americana continuò ad attaccare
            9   o. boVio, Storia dell’Esercito italiano (1861 – 2000), SME Ufficio Storico, Roma 2010, pp.
                364, 365.
            10  Alla data del 20 luglio le perdite della “Livorno” erano pari al 60% degli effettivi; della “Napoli”
                all’80%, dell’”Aosta” al 25% e dell’”Assietta” al 30%. Cfr Archivio Storico Stato Maggiore Eserci-
                to (da adesso in poi A.U.S.S.M.E.). Fondo N-1-11 Diario Storico del C.do 9  Armata, cit. in M.
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                montanari, Politica e strategia in cento anni di guerre italiane – Vol. III Tomo II, SME Ufficio
                Storico, Roma 2007, p. 835 nota 61.
            11  M. MonTanari, op. cit., pp. 835, 836.
            12   o. boVio, op. cit., p. 364.
            13   M. MonTanari, op. cit., p. 835.
            14   o. boVio, op. cit., p. 365.
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