Page 28 - Fondo M-9 - Serie Sicilia (Pantelleria, Lampedusa, Egadi e Calabria)
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            tattica, materiale e strategica dell’avversario che attaccando dal mare seppe
            sfruttare la propria preponderanza navale ed aerea in un perfetto connubio di
            tutti e 3 gli elementi principali della componente tridimensionale (esercito –
            marina ed aeronautica).





                                    I prigionieri di guerra
               Il tema della prigionia, dell’internamento e della deportazione - aspetti,
            questi, diversi di uno stesso dramma che ha avuto per attori uomini e donne,
            in divisa e non, trascinati nel turbine del secondo conflitto mondiale è stato
            oggetto di analisi approfondite, e di ampi dibattiti sotto angolazioni diver-
            se, nell’intento di evidenziare gli elementi fondamentali - di carattere storico,
            politico, giuridico, ideologico, psicologico, sociale ed umano nella sua più
            compiuta accezione - di una dolorosa esperienza di vita vissuta da centinaia di
            migliaia di italiani.
               Come si rileva da una “Relazione ufficiale”  compilata subito dopo la
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            guerra, per effetto dell’immane conflitto, “oltre 1.450.000 italiani sono pas-
            sati per i campi di prigionia e di internamento. Sparsi in tutto il mondo, depor-
            tati nelle regioni più lontane, in condizioni eccezionali di clima e di ambiente
            (dalle isole Haway; dalla Gran Bretagna ai territori di sovranità britannica
            dell’Africa, dell’Australia e dell’India; dalla Russia europea alle steppe sibe-
            riane; dai campi di morte di Germania, Polonia ed Austria all’inferno balca-
            nico; dal cuore di Francia alle zone atlantiche e mediterranee dell’Africa Set-
            tentrionale), essi hanno scontato le conseguenze di una infausta guerra, sotto
            custodia di guardiani di ogni razza e colore, attraverso un trattamento morale
            pessimo, alla base di ogni più strana forma di umiliazione, e un trattamento
            materiale non confortevole e, per alcune potenze detentrici, lungi dall’essere
            conforme alle norme previste dalla Convenzione di Ginevra”.
               Fin qui la citazione, dalla quale emergono le dimensioni del dramma, sin-
            tetizzate nel dato quantitativo dei soggetti interessati (la metà, circa, degli ita-
            liani impegnati nei diversi fronti di guerra; un terzo, circa, del totale degli
            effettivi militari alle armi) e nell’ambito territoriale interessato, all’interno del
            quale il dramma stesso si è consumato (in pratica, in tutti i continenti in un
            numero impressionante di campi di detenzione delle più svariate latitudini;
            campi affidati a soldati delle più diverse etnie). Il dato quantitativo - da inten-


            19   Relazione finale sull’attività svolta dal Servizio Prigionieri di Guerra del Ministero
                dell’Assistenza Postbellica. Diramata con foglio N. 6060/Coor/P/B, in data 24 giugno
                1947, del Ministero della Guerra - Direzione Generale Leva Sottufficiali e Truppa - Ser-
                vizio Prigionieri di Guerra. A.U.S.S.M.E. Fondo N-1-11 b. 2271).
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