Page 27 - Fondo M-9 - Serie Sicilia (Pantelleria, Lampedusa, Egadi e Calabria)
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IntroduzIone - nota storIca                  27


              a quel momento nella storia militare. Basti pensare che nella fase di assalto
              vennero sbarcate contemporaneamente 7 divisioni ed 1 brigata rinforzate da 2
              divisioni corazzate ed appoggiate da 2 divisioni d’aviosbarco; in totale perciò,
              11 divisioni e mezzo forti inizialmente di 160.000 uomini, 600 carri, 1.800
              cannoni, 14.000 automezzi. Anche supponendo che la concentrazione delle
              scarse forze motorizzate e corazzate italo-tedesche fosse riuscita, organizzan-
              do i propri sforzi in una delle 7 spiagge di sbarco, a ributtare in mare i nemici,
              ciò non avrebbe di fatto mutato la situazione delle altre 6 e l’esito finale della
              campagna. Del resto, data l’assoluta preponderanza del fuoco aeronavale alle-
              ato, il successo probabilmente sarebbe mancato anche in 1 sola spiaggia. Un
              concetto di difesa più adatto sarebbe stato quello di organizzare in precedenza
              una forte linea arretrata, di soli un centinaio di chilometri, appoggiata a destra
              ai monti Nebrodi e a sinistra al massiccio dell’Etna. Fu infatti proprio su que-
              sta linea che le divisioni italo-tedesche superstiti, per 3 settimane, fermarono
              l’avversario consentendo la ritirata al di là dello stretto di ben 115.000 uomini.
                 La conquista della Sicilia, che secondo le previsioni del generale Eisen-
              hover avrebbe dovuto concludersi in “una settimana o poco più” e secondo
              quelle del generale Alexander in “dieci o quindici giorni”, costò agli Alleati
              38 giorni di duri combattimenti, 5.532 morti, 14.410 feriti e 2.869 dispersi a
              testimonianza che, nonostante la netta inferiorità, le truppe italo-tedesche si
              erano battute con determinazione. Anche le nostre perdite furono sensibili,
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              5.783 ufficiali e soldati italiani caddero sul campo .
                 Per quanto riguarda l’azione delle scarse forze aeree italo-tedesche, si espli-
              cò ripetutamente nei primi giorni contro le teste di sbarco, ma con risultati pro-
              porzionati all’esiguità dei mezzi disponibili. La schiacciante superiorità aerea
              alleata travolse tutto e tutti, dando così al nemico l’assoluta padronanza del
              cielo. Per quanto riguarda l’intervento della flotta da battaglia della R. Marina,
              l’impiego poteva essere di qualche utilità solo in caso ci fosse stata la possi-
              bilità d’intervenire nel punto esatto di sbarco, nel giorno ed all’ora giusta, in
              considerazione della grande superiorità numerica e tecnologica del nemico.
                 Determinante nelle operazioni in Sicilia fu anche l’impiego massiccio dei
              nuovi mezzi anfibi da sbarco che, oltre a velocizzare le operazioni, consentiro-
              no alle navi di mantenersi a distanza tale dalla costa da non subire la reazione
              di fuoco delle unità costiere.
                 Altra caratteristica determinante nel successo di questa operazione fu quel-
              la della continuità operativa su tutto il vasto fronte di sbarco ottenuta con
              l’impiego armonico e coordinato di varie colonne idonee a penetrare in pro-
              fondità nel dispositivo nemico. La campagna di Sicilia, in finale, evidenziò
              come l’insuccesso della difesa fosse la logica conseguenza della superiorità


              18  o. boVio, op. cit., p. 365.
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