Page 31 - Fondo M-9 - Serie Sicilia (Pantelleria, Lampedusa, Egadi e Calabria)
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IntroduzIone - nota storIca                  31


              nell’Italia Settentrionale; 24.000 nell’Italia Centrale e Meridionale) e 437.025
              fuori del territorio nazionale (388.000 provenienti dai Balcani e dalle isole
              mediterranee; 49.000 dalla Francia e 25.000 dalla Russia).
                 Al personale catturato, per effetto degli sviluppi politici (costituzione
              della RSI e del suo Esercito) venne cambiato - per decisione delle auto-
              rità tedesche - lo status da quello di “prigioniero” a quello di “internato
              militare”, con tutte le conseguente giuridiche che ne sono derivate per
              quanto riguarda il trattamento e la tutela (assegnazione in campi di con-
              centramento in gran parte sotto il controllo della Wehrmacht).
                 Per  completare  il  quadro,  non va dimenticato  che nella nuova fase
              del conflitto, apertasi sopo l’Armistizio con la costituzione della RSI e
              con l’impiego di unità delle sue Forze Armate accanto a quelle tedesche,
              durante la campagna d’Italia, gli Alleati e le truppe italiane catturarono
              centinaia  di  prigionieri  neo-fascisti.  Questi  vennero  rinchiusi  in  cam-
              pi speciali ubicati in territorio italiano. La nuova situazione poneva un
              problema assai delicato in merito allo status da accordare ai prigionieri
              catturati, con riferimento alla legittimità del Governo del Nord.
                 Questo groviglio di eventi politici e militari ebbe riflessi - e non poteva non
              averne - sulle condizioni e sulla vita dei prigionieri, sottoposti, peraltro - per
              effetto anche del dinamismo delle operazioni che interessava via via scacchie-
              ri diversi e per enormi profondità - a trasferimenti molteplici con gli effetti
              negativi che è facile immaginare. Senza contare che, nella fase terminale del
              conflitto, si esasperò, con la divisione dell’Italia in due componenti in con-
              flitto, la carica ideologica che finì con l’avvelenare ancor più l’atmosfera dei
              campi, già resa abbastanza pesante dal confronto fra “cooperatori” e “non
              cooperatori”. Il confronto, tuttavia, fra le due possibili opzioni ebbe effetti
              traumatici, al punto che - allorché i contrasti fra le opposte fazioni giunsero al
              limite di rottura - le potenze detentrici decisero di separarle, raccogliendo in
              campi particolari quanti non condividevano le più recenti evoluzioni politiche
              in Italia a seguito dell’Armistizio o dichiaravano la loro ferma opposizione
              ad ogni forma di collaborazione . Per quanto riguarda i prigionieri in mano
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              inglese, campi del genere furono costituiti in India (Campo N. 25), in Africa
              (Campo N. 7), in Gran Bretagna (Campo N. 175), in Egitto (Campo N. 305) e
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              in Algeria (Campo N. 211) .

              21  Con il Regio Decreto legge del 6 aprile 1944, n. 107 viene istituito l’Alto Commissariato per i
                  prigionieri di guerra (G. U. serie speciale – n° 20 del 19 aprile 1944) e con il successivo Regio
                  Decreto del 13 aprile 1944, viene nominato quale Alto Commissario per i prigionieri di Guer-
                  ra il Gen. Pietro Gazzera (G. U. – Serie speciale – n° 22 del 26.04.1944).
              22  Atti del convegno di Studi sotto l’egida del Comitato Nazionale per le celebrazioni del cin-
                  quantennale della Resistenza e della Guerra di Liberazione – Palazzo Reale di Caserta 31
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