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IntroduzIone - nota storIca 23
in direzione di Siracusa con i suoi quattro carri R/35 del gruppo mobile “D”,
inglobato nella colonna Ronco, si mosse per prendere contatto con il reparto
del col. Schmalz, che si supponeva erroneamente nei pressi del capoluogo
provinciale, così da formare «un corridoio di collegamento nel dispositivo
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avversario sulla strada per Solarino », i quattro R/35, però, incapparono in un
a
a
posto di blocco nemico, instaurato dalla 69 brigata della 50 div. ftr. inglese.
Il primo carro italiano saltò su una mina, il secondo fu distrutto da un colpo di
cannone che lo centrò in pieno e il terzo, raggiunto anch’esso da una granata,
ebbe il cingolo di destra spezzato e si rovesciò nella sottostante scarpata. Il
quarto carro, su cui era balzato il comandante di plotone, s. ten. Profìco, scam-
pato all’esplosione della mina sotto il suo mezzo corazzato di testa, superò
illeso il posto di blocco, resistendo ad una granata che colpì la parte anteriore
della torretta. Esso sfrecciò quindi lungo la discesa tra Solarino e Fioridia,
impegnando con la mitragliatrice e col cannone un’autocolonna di fanteria
inglese procedente in direzione opposta. Dopo tale felice azione di disturbo, il
Renault R/35 si imbattè ad una curva della strada, alle porte di Floridia, in un
molto più potente «Sherman», che sbarrava il cammino. Un colpo sparato a
bruciapelo, a meno di cinque metri, dal pezzo del carro italiano scalfì appena
la vernice dello «Sherman». Subito dopo alcuni fanti britannici puntarono le
loro armi automatiche all’interno dell’R/35 attraverso gli sportelli anteriori
aperti dal pilota, cosicché all’equipaggio italiano non rimase che arrendersi. In
seguito il Renault catturato fu distrutto da un colpo di cannone tiratogli dallo
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stesso «Sherman» .
In definitiva a soli 2 giorni dallo sbarco, la tattica di Kesserling della “di-
fesa avanzata” con lancio di contrattacchi si era rivelata fallimentare ed il ge-
nerale Guzzoni non disponeva più di truppe in grado di ricucire le smagliature
della difesa. Pertanto decise di raccogliere le divisioni italiane e tedesche su
una linea di estensione ridotta, in base alle reali possibilità, sulla quale resi-
stere ad oltranza ed arrestare contemporaneamente l’avanzata britannica verso
Catania. Infatti erano ormai state impegnate tutte le forze mobili ed era inevi-
sarebbe valso ad aprire il passaggio agli altri carri che lo seguivano. Rimasto miracolosa-
mente illeso, per quanto il carro avesse avuto il fondo squarciato e fosse avvolto dalle fiam-
me e fossero ugualmente immobilizzati il 2° ed il 3° carro, si inerpicava sull’ultimo della for-
mazione riuscendo ad issarsi a bordo per quanto ferito ad una mano. Imbattutosi, poco oltre,
in una colonna motorizzata avversaria, affrontava con temeraria audacia l’impari combatti-
mento finché distruttogli il carro, fu raccolto dal nemico ammirato di tanto coraggio. – Sola-
rino (Siracusa), 13 luglio 1943. (B. U. 1955, dispensa 1 , pagina 68).
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7 A.U.S.S.M.E., b. 1427, allegato 59/13: «Gruppo mobile “D”: relazione dei fatto d’armi dei
giorni 10, 11, 12 e 13 luglio 1943 nella zona di Solarino», pag. 3 cit. in a sanToni, op. cit., pp.
241, 242.
8 Ivi, pag. 4. e A.U.S.S.M.E. Fondo M-9, Verbali interrogatorio ufficiali reduci da prigionia di
guerra – serie Sicilia, b. 180, fasc, 186, s. fasc. 34.