Page 219 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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SECONDA GUERRA MONDIALE                                     219

























                  Modello 26 francese di preda bellica. L’imbottitura del modello 33 è montata con il retro sul davanti
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               gianale, senza un criterio uniforme e coerente. Sono diversi i casi rintracciati in cui la naziona-
               lizzazione, come nel caso del battaglione Loreto, avvenne solo nella colorazione esterna, oltre
               che nella fregistica e in alcuni soggoli.
                  Infine alcune fotografie del fronte russo per esempio evidenziano truppe della Milizia indos-
               sare elmetti Adrian modello 15 anche in prima linea. Quando anche queste iniziative di ripiego
               andarono a spegnere i loro effetti, si arrivò a inviare i militari al fronte senza la dotazione di el-
               metto individuale, sperando magari che l’avvicendamento dei morti e dei feriti potesse supplire
               a tale deficienza di equipaggiamento. Discorso complementare è invece a proposito delle ripa-
               razioni e dei ricondizionamenti in corso d’opera. A norma di regolamento, essi erano affidati
                                                                                                326
               agli Arsenali, salvo «le riparazioni che non richiedono cognizioni o mezzi speciali»;  tuttavia
               come nel caso della Grande Guerra, molto spesso i provvedimenti a seguito di danneggiamenti
               o logoramenti venivano eseguiti direttamente al fronte o nelle immediate retrovie.
                  A secondo di ulteriori necessità, ma meglio sarebbe in relazione alle reali possibilità siderur-
               giche, la produzione riprese. Secondo dati ufficiali nel dicembre del 1941 erano in distribuzione
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               2.580.694 elmetti modello 33 con un fabbisogno di 419.917.  Tra il 1940 ed il 1943 l’Italia
               aveva sei istallazioni che producevano elmetti a ciclo completo e circa sessanta ditte che produ-
               cevano accessori,  ma era necessario fare i conti con la costante penuria di materie prime. Si
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               sa infatti che diversi reparti, mandati in Sicilia e in Sardegna nella primavera/estate del 1943,
               non avevano alcuna dotazione dell’elmetto, ma non erano gli unici. Nonostante i reiterati (e
                                                                    329
               velleitari) richiami dell’Ufficio servizio I dello SMRE,  la situazione deficitaria non venne da
               esso di fatto risolta:

                  «I) – La scarsa disponibilità di elmetti sia di vecchio che di nuovo tipo e la temporanea con-
                     trazione dei relativi allestimenti non consentono di aderire integralmente e tempestiva-
                     mente a tutte le richieste che pervengono a questo S.M. ed alla Direzione Generale Arti-
                     glieria del Ministero della Guerra per la dotazione di elementi e unità in zona di impiego.



               326 Ministero della Guerra, Istruzioni sul servizio del materiale del gruppo C presso i Corpi. Materiali apparte-
                   nenti al servizio di artiglieria, Istituto poligrafico dello Stato, Roma 1939, p. 31.
               327 F. Cappellano-L. Pierallini, L’elmetto mod. 33, op. cit., p. 12.
               328 P. Marzetti, Elmetti 1915-1973, op. cit., p. 84.
               329 AUSSME, M7, b. 346, f. uniformi 1943, circolare 342840 di Mariotti del 15/6/1943.
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