Page 234 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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                  Dopo che vennero utilizzate delle cuffie in tessuto e pelle, nel campo di volo di Castel Benito
               in Libia a partire dal 1938, negli anni successivi si ipotizzò l’impiego dell’elmetto metallico
               anche per il personale paracadutista. La sperimentazione del modello 33 in proposito fu un au-
               tentico disastro. Durante le fasi di discesa la svasatura della circonferenza inferiore incanalava
               l’aria all’interno della calotta con una pressione tale che l’elmetto tendeva a sfilarsi dalla testa.
               Per di più il soggolo, che basculava sotto al mento, creava più fastidio che ausilio, nel tenerlo
               fermo alla testa. 350
                  Il primo serio studio che venne svolto per dotare le truppe paracadutiste di un elmetto me-
               tallico protettivo risale quindi ai primi mesi di guerra. Da alcune fonti, tra cui un allegato di
               un documento a firma del generale Mario Roatta, vice capo di Stato Maggiore dell’Esercito,
               dell’ottobre 1940 si evince che il tipo di elmetto speciale per paracadutisti era già in costru-
               zione presso l’Arsenale di Torino.  Il modello partiva da una calotta del modello 33, troncata
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               orizzontalmente nella parte bassa, dove iniziava a svasarsi. Il bordo dell’elmetto veniva ribat-
               tuto verso l’esterno, rimanendo a spigolo vivo. Nella parte mediana superiore della calotta era
               prodotto un piccolo foro circolare per lato, a scopo di valvola aerodinamica. Alla base della
               calotta venivano poi fissati quattro rivetti sfiatatoi, simili a quelli del modello 33. Essi fissavano
               sia le parti del soggolo che il cerchione dell’armatura, alto due centimetri. Questo, tramite 24
               fermagli, fissava l’imbottitura, composta da una cuffia di pelle molto morbida di colore marrone
               chiaro, da cui partivano otto trapezi allungati. Al di sotto di essi vi erano collocati altrettanti
               cuscinetti di gommapiuma, il cui spessore determinava la misura della sottotaglia. Lo spa-
               zio tra un trapezio e l’altro offriva un’ulteriore ventilazione della testa, mentre per aumentare
               la protezione complessiva del copricapo, la cupola interna venne riempita completamente di
               gommapiuma, fino al livello dei due fori di fuoriuscita dell’aria. Il numero del giro di testa era
               identificato da un dischetto di pelle, incollato proprio al centro dell’imbottitura interna di gom-
               mapiuma. Venne realizzato in due taglie: 1ª taglia (grande), adatta per cuffie con perimetro dai
               57 ai 61 cm; 2ª (piccola) dai 53 ai 56 cm. La normativa istituente precisò che alcune cuffie inter-
               ne già in distribuzione, leggermente diverse, sarebbero state utilizzate fino a consumazione. 352
                  Il sottogola era di pelle di vacchetta di colore grigio-verde. Composto da due “Y”, avvol-
               geva le orecchie in modo simile al modello per aerofonisti, ma con un fissaggio più robusto e
               confortevole. Le due parti si univano con una fibbietta metallica a scorrimento. Completava il
               tutto un paranuca di tela grigia, cucito tra le due estremità posteriori del soggolo, che garantiva
               una maggiore protezione del collo, riducendo l’entrata dell’aria. Nel complesso il modello era
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               molto compatto ed evitava qualsiasi oscillazione, deleteria scendendo in volo a gran velocità.
                  Approvato dal ministero della Guerra il 30 dicembre con il nome Elmetto per paracadutisti,
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               il modello venne ufficializzato nella primavera del 1941.  Secondo le dotazioni provvisorie
               di mobilitazione per il battaglione paracadutisti, emanate dallo Stato Maggiore dell’Esercito,
               doveva esserne assegnato uno a ciascun militare, impiegato negli aviolanci, indipendentemente




               350 E. Bossi-Nogueira, L’elmetto Italiano 1915-1971, op. cit., pp. 21-22.
               351 AUSAM, Superaereo, VA, b. 132, f. 151, allegato al foglio 28300 di Roatta del 13/10/1940; AUSSME, M7, b.
                   287, f. dotazioni e materiali vari, circolare 4/1565 di Del Lupo del 1°/10/1940.
               352 Circolare n. 27 del 1°/4/1941 delle Disposizioni speciali per l’armamento, il munizionamento e l’automobili-
                   smo.
               353 A. Spanghero, Il figlio del 33. Genesi dell’elmo da paracadutista italiano mod 41, in «Uniformi & Armi», n.
                   132, aprile 2007, pp. 30-35.
               354 Circolare n. 27 del 1°/4/1941, cit.
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