Page 239 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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SECONDA GUERRA MONDIALE 239
Paracadutista in momento di svago durante la campagna dell’Africa settentrionale
Regia Aeronautica
Affrontata la trattazione dei diversi modelli di elmetti in uso alle Forze Armate italiane, du-
rante la guerra dell’Asse, è più agevole affrontare ora nello specifico quali tipologie la Regia
Aeronautica impiegò, a seconda delle diverse e peculiari esperienze belliche ad essa assegnate.
Nel tentativo di rendere la guerra parallela, voluta da Mussolini, complementare e sinergica
con le più articolate strategie del Reich, essa venne declinata anche nell’invio di un apposito
contingente aviatorio nazionale in nord Europa. Iniziata la battaglia d’Inghilterra nell’estate del
1940, venne destinato in Belgio un apposito Corpo Aeronautico Italiano (CAI), che a partire
dal settembre successivo impegnò circa 5.000 uomini dell’Arma azzurra. La regione, già terri-
torio d’occupazione tedesca dalla primavera precedente, sarebbe dovuta essere il palcoscenico
internazionale per mostrare al mondo le capacità operative dell’aviazione fascista. Il CAI venne
quindi aggregato alla II Luftflotte, comandata dal generale Albert Kesselring. A differenza delle
più rosee previsioni, in realtà l’operazione si sarebbe rivelata un’iniziativa marginale, costosa
e di fatto inutile, tant’è che nel giro di pochi mesi con gradualità tutti gli effettivi vennero rim-
patriati. 363
Indicativo del velleitarismo che il Governo fascista profuse nell’impresa, la lettera che il se-
gretario parigino del Fascio, Vincenzo Buzzi, rivolse alle autorità di Roma sul presunto cattivo
decoro degli aviatori del CAI. Oggetto di un inaspettato e gradito colloquio con alcuni graduati
363 Per la costituzione, attività e conclusione dell’operazione si veda A. Rebora-L.Guglielmetti, La Regia Aero-
nautica nella battaglia d’Inghilterra, USAM, Roma 2014.

