Page 240 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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                   Avieri del Corpo italiano aeronautico con le particolari insegne di reparto (G. Ruzzin via G. Bussi)

               della Regia Aeronautica in visita lungo la Senna, il federale ebbe da ridire sul vestiario dei
               militari, che avrebbe stonato con il patriottismo da loro dimostrato nello spirito: «ho dovuto
               constatare la disordinata uniforme ch’essi vestivano. A parte lo stato d’uso dell’abbigliamento
               – dovuto forse a fatiche di guerra – la foggia era varia; ad esempio, uno con pantaloni lunghi,
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               un altro con le mollettiere, uno con il berretto, l’altro senza, ecc.. ecc..».  Questa grottesca
               testimonianza, in termini molto più generali rispetto al nostro esame, è un epifenomeno delle
               profonde contraddizioni che la politica militare del Regime offriva in quei drammatici mesi,
               nonostante l’impegno e l’abnegazione che la maggior parte dei combattenti italiani stavano
               offrendo e avrebbero offerto a tutte le latitudini.
                  In questa sconfortante situazione, è interessante quindi analizzare i copricapi d’equipaggia-
               mento. Essi, oltre ai caschi Saratti per i motociclisti o alcuni di bordo di tipo tedesco per rice-
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               vente ARC1,  includevano l’elmetto modello 33,  ormai divenuto corredo ufficiale anche per
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               la Forza Armata di cielo,  nella tonalità grigio-azzurro. Il copricapo metallico venne dotato sia
               di un originale fregio identificativo ovale per il fronte dell’elmetto, sia di uno scudetto laterale
               con fascio e tricolore, a imitazione di quelli utilizzati dalle truppe tedesche con cui gli italiani
               avevano iniziato a cooperare. Entrambi erano a decalcomania e quindi erano molto rifiniti, ma
               non avevano nessuna parentela con quanto esistente in Patria. Il frontale, di colore nero, raffigu-
               rava una grande aquila coronata con le ali aperte e lo scudo sabaudo sul petto. La livrea laterale
               era uno scudetto sannitico con i colori nazionali disposti su tre campi orizzontali, con il verde
               in alto e il rosso in basso a punta. Ciascuno de tre campi era bordato di nero e il complesso era
               caricato da un fascio littorio stilizzato di colore nero. 368


               364 ACS, Min. dell’Aeronautica, Gabinetto, 1941, b. 73, f. CAI Varie 1° vol. segue, foglio 1098 del 23/1/1941 di
                   Buzzi.
               365 Ivi, 1940, b. 77, f. CAI Materiali vari 2° vol., Richiesta di materiale del 25/10/1940.
               366 Ivi, f. CAI Materiali vari 4° vol., Elenco dei materiali destinati al DEPAEREO “CU”.
               367 AUSAM, SMA I Rep. 1° versamento, b. 105, f. 179,  programma del servizio di Commissariato, specchio n. 2.
               368 Oltre al volume di Viotti, si veda pure L. e P. Marzetti, L’elmetto del Corpo Aereo italiano, in «Uniformi &
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