Page 11 - Il Corpo di spedizione italiano in Cina 1900-1905 - Organizzazione, uniformi e distintivi
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Gli Avvenimenti                                                          11

              dopo trentasei ore arrivò in vista di Hwang-tsun conquistata dagli americani e
              dagli inglesi, appoggiati dagli altri contingenti.
                 Dopo aver riordinato le truppe e raggiunto dai rifornimenti, il contingente
              si divise in due colonne, la prima forte di 14.000 uomini - americani, ingle-
              si, giapponesi e russi - mosse direttamente su Pechino mentre la seconda, che
              comprendeva anche i nostri marinai, per la mancanza dei mezzi di trasporto
              necessari, rientrò a Tientsin per rimettersi poi in marcia e raggiungere il gruppo
              principale partecipando così anch’essa alla liberazione di Pechino.
                 La colonna Galesee occupava Hosiwu all’alba del 9 agosto, Matou all’alba
              del 10 e Changchiawan il giorno 11 e raggiungeva Tung-Chow, città fortificata
              che distava solo ventidue chilometri da Pechino, ultimo ostacolo nella marcia
              contro il tempo per liberare dall’assedio le Legazioni, e che venne occupata e
              saccheggiata il 12 agosto.
                 Il giorno 13 agosto la colonna lasciò Tung-Chow e sotto una pioggia torren-
              ziale avanzò verso Pechino che secondo i piani avrebbe dovuto essere investita
              contemporaneamente da quattro colonne d’assalto; il piano d’attacco tuttavia
              venne stravolto perché i russi attaccarono in anticipo entrando per primi in
              città seguiti da americani, inglesi e giapponesi, che dopo feroci combattimenti
              occuparono le porte e scalarono le mura dilagando all’interno; gli inglesi e gli
              americani raggiunsero le Legazioni nel primo pomeriggio seguiti poco dopo
              dai russi e dai giapponesi, liberando gli assediati dopo cinquantacinque giorni
              di combattimenti, costati agli europei oltre 80 morti e 150 feriti.
                 Il 15 agosto le truppe alleate assalirono la Città Imperiale eliminando ogni
              sacca di resistenza mentre il giorno successivo fu organizzato un contingente
              per liberare la cattedrale del Pe-Tang ancora soggetta ad attacchi avversari che
              fu liberata dai giapponesi, seguiti da reparti francesi, russi ed inglesi e da 10
              marinai italiani con il Paolini che vennero accolti a braccia aperte dal sottote-
              nente di vascello Angelo Olivieri e dai suoi cinque marinai superstiti.
                 Nel frattempo, fuggita il 15 agosto l’imperatrice vedova, rifugiatasi prima
              nel Palazzo d’Estate e poi a Sian, capitale della provincia dello Shensi, a Pe-
              chino iniziò il rastrellamento dei Boxers superstiti che si trasformò presto in
              un massacro indiscriminato di cinesi e nel feroce saccheggio di antichi palazzi,
              templi ed edifici pubblici, durante i quali si distinsero per la ferocia i soldati
              tedeschi incitati dalle parole del loro Imperatore: “Siano alla vostra mercé tutti
              coloro che catturerete. Non fate prigionieri. Il nome della Germania dovrà di-
              ventare famoso come quello di Attila. Che nessun cinese osi più guardare negli
              occhi un tedesco”.
                 Il territorio della capitale fu diviso in settori, le truppe vennero riorganizzate
              ed alloggiate e si organizzò una grande parata militare per festeggiare la vit-
              toria, rendere omaggio ai caduti ed ai membri del corpo diplomatico, dare un
              segno della potenza occidentale ed infliggere al “Celeste Impero” l’umiliazione
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