Page 7 - Il Corpo di spedizione italiano in Cina 1900-1905 - Organizzazione, uniformi e distintivi
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Gli Avvenimenti 7
truppe dell’ammiraglio Seymour, attaccarono anche gli stranieri residenti a
Tientsin incendiando alcuni settori della concessione francese, ma gli 800 sol-
dati che difendevano la città vennero rinforzati grazie all’arrivo di circa 1.600
russi che, essendo giunti in ritardo per essere aggregati alla spedizione su Pe-
chino, si unirono agli altri combattenti nella difesa delle posizioni.
Il 16 giugno i comandanti delle flotte, considerata la situazione e preoccupati
dall’eventualità che il canale alla foce del Pei-Ho potesse essere bloccato dai
cinesi, decisero di occupare i forti di Ta-Ku convinti che, data la loro posizione
che dominava l’entrata del fiume, potessero proteggere efficacemente Tientsin.
Nella notte del 15 giugno, dopo che i cinesi ebbero rifiutato la resa, alcune
cannoniere russe, inglesi e giapponesi con circa 900 marinai a bordo, tra i qua-
li un drappello di 24 marinai italiani al comando del sottotenente di vascello
Giovanni Tanca, tentarono lo sbarco e l’assalto ai quattro forti che aprirono un
nutrito fuoco di sbarramento ma che dovettero poi capitolare.
A Pechino frattanto i disordini aumentavano col passare dei giorni ed il 19
giugno la corte imperiale cinese, appresa la notizia della caduta dei forti di
Ta-Ku e considerando l’azione come “atto di guerra”, diede ordine ai propri
comandi militari di mobilitare le truppe regolari ingiungendo ai plenipotenziari
stranieri di abbandonare Pechino, questi rifiutarono e si predisposero alla dife-
sa delle Legazioni; il 20 giugno la situazione, già precaria, precipitò a seguito
dell’uccisione da parte di un regolare cinese del ministro tedesco von Ketteler
che chiedeva udienza a Corte, la sera stessa i Boxers posero sotto assedio il
quartiere delle Legazioni di Pechino ed il giorno 21 il Celeste Impero dichiarò
guerra alle potenze straniere.
A Tientsin frattanto si intensificarono le ostilità contro i quartieri stranieri
iniziate il 15 giugno e dopo l’attacco ai forti di Ta-Ku, la città fu sottoposta ad
un pesante bombardamento da parte di unità cinesi regolari che misero in serie
difficoltà la guarnigione che, pur essendo forte di 2.400 uomini ben armati ed
equipaggiati, si trovò a difendere un perimetro di otto chilometri ed a subire
forti perdite, tra le quali vi fu quella del sottotenente di vascello Ermanno Car-
lotto che comandava il plotone sbarcato dalle R. Navi “Elba” e “Calabria” e
che cadde il 18 giugno.
L’assedio continuò fino al 23 giugno quando in soccorso della città giunsero
altri 2.000 soldati sbarcati da un trasporto russo proveniente dal Port Arthur
e da una nave inglese proveniente da Hong Kong che misero in fuga i cinesi
liberandola.
Nel frattempo la colonna Seymour, che proseguiva la sua ritirata lungo il fiu-
me, veniva sottoposta a continui attacchi della cavalleria imperiale ma riusciva
comunque a raggiungere l’arsenale cinese di Hsi-Ku e dopo averlo conquistato,
vi si rifugiava respingendo nuovi e reiterati assalti delle forze avversarie; soc-

