Page 5 - Il Corpo di spedizione italiano in Cina 1900-1905 - Organizzazione, uniformi e distintivi
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Gli avvenimenti









                   l movimento xenofobo dei Boxers si era diffuso in Cina soprattutto tra le
                   popolazioni rurali che, incitate alla rivolta ed allo sterminio degli stranieri,
              I rivolsero le armi verso le missioni religiose che si vennero così a trovare
              in gravi difficoltà.
                 Le violenze iniziarono il 20 aprile del 1900 quando i Boxers aggredirono la
              missione cattolica di Pao-Ting-Fu massacrando i convertiti locali e prosegui-
              rono nel mese di maggio, mentre grosse bande di ribelli marciarono verso Pe-
              chino attaccando i villaggi e danneggiando lungo il percorso la rete ferroviaria
              ed il telegrafo, estendendo ben presto la minaccia alle concessioni europee di
              Tientsin ed alle rappresentanze diplomatiche di Pechino.
                 Per fronteggiare l’emergenza, sempre più pressante visto il dilagare delle
              bande dei Boxers, nel porto di Ta-Ku avevano nel frattempo gettato l’ancora
              numerose navi da guerra delle potenze europee, tra cui i due incrociatori italiani
              “Elba” e “Calabria” e fu a questa forza navale che il 28 maggio 1900 il Corpo
              diplomatico accreditato a Pechino si rivolse chiedendo aiuto.
                 Raggiunto dopo lunghe trattative un accordo con le autorità cinesi che con-
              sentirono l’ingresso di truppe straniere nella capitale cinese, il 31 maggio parti-
              rono da Tientsin via ferrovia i primi contingenti costituiti dai reparti da sbarco
              delle varie navi, dei quali faceva parte anche il plotone da sbarco dell’incro-
              ciatore “Elba” che inquadrava 40 tra sottufficiali e comuni al comando del
              tenente di vascello Federico Paolini e che, unitosi ai distaccamenti francese,
              russo e inglese e risalito il Pei-Ho su pontoni rimorchiati, si trasferì a Tientsin
              per poi raggiungere Pechino a mezzo ferrovia, mentre un altro plotone, quello
              del “Calabria” della stessa forza dell’altro e al comando del tenente di vascello
              Giuseppe Sirianni, fu invece destinato alla difesa di Tientsin.
                 Agli inizi di giugno a Pechino erano presenti oltre 400 uomini di varie na-
              zionalità a protezione del quartiere delle Legazioni, mentre cominciavano ad
              arrivare in città i profughi provenienti dalle province più direttamente minac-
              ciate e tra questi alcuni missionari che fornirono informazioni dettagliate sulla
              situazione e sugli eccidi compiuti dai Boxers, tra cui l’uccisione di alcuni italia-
              ni a Pao-Ting-Fu e di due missionari inglesi avvenuta a sud della capitale.
                 Frattanto la ferrovia tra Pechino e Tientsin risultava parzialmente inagibi-
              le a causa dei danni arrecati dai rivoltosi sia alla linea che alle stazioni men-
              tre si aggravava la situazione del Pe-Tang – la “Cattedrale del Nord” – tanto
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