Page 10 - Il Corpo di spedizione italiano in Cina 1900-1905 - Organizzazione, uniformi e distintivi
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10                                        Il Corpo dI SpedIzIone ItalIano In CIna - 1900-1905


            fron, Melluso e Marsili, il capo cannoniere Milani ed il comune Boscarino - ed
            il ferimento del timoniere Saldinari, del comune De Gregorio, del cannoniere
            Gherardi e del tenente di vascello Paolini, che dovette lasciare il comando al
            marchese Livio Caetani.
               La situazione degli assediati, già precaria all’inizio degli assalti, si era fatta
            nel frattempo critica sia per le perdite subite sia per i viveri e le munizioni che
            cominciavano a scarseggiare, ma la sospensione degli attacchi cinesi consentì
            di riorganizzarsi alla meno peggio fino al 24 luglio quando gli attacchi ripresero
            incessanti.

               Il Pe-Tang, o cattedrale del Nord, che in realtà era un complesso di edifici
            che comprendeva oltre alla cattedrale l’orfanotrofio, l’abitazione del vescovo
            Pierre Marie Alphonse Favier, un convento, un dispensario, alcune scuole, una
            tipografia, una cappella, un museo, negozi, stalle ed altri edifici, ospitava come
            abbiamo già detto 3.000 persone tra le quali suore, missionari, donne e bambini
            la cui situazione peggiorava a vista d’occhio con il passare dei giorni sotto gli
            attacchi continui ai quali veniva sottoposta, nonostante gli sforzi dei 30 francesi
            al comando del sottotenente di vascello Paul Henry e dei nove marinai e due
            sottufficiali italiani agli ordini del sottotenente di vascello Angelo Olivieri, i
            quali non usufruirono nemmeno della tregua concessa alle Legazioni ma anzi
            subirono attacchi per circa otto settimane consecutive da parte dei Boxers, dei
            regolari cinesi e della loro artiglieria contando numerosi feriti ed alcuni morti
            tra i quali l’ufficiale francese, i comuni Danese e Colombo, i cannonieri Roselli,
            Fanciulli e Piacenza e il capo cannoniere Marielli ai quali si aggiunsero i 50
            civili morti il 18 luglio in seguito all’esplosione di una mina piazzata sotto il
            recinto esterno ed i 100 civili cinesi saltati in aria il 12 agosto per l’esplosione
            di una seconda mina.


               Durante questi tragici avvenimenti tra Ta-Ku e Tientsin erano giunti i con-
            tingenti alleati che alla fine di luglio avevano raggiunto la forza provvisoria di
            25.000 uomini al comando generale inglese Galesee e che rimanevano in attesa
            del contingente italiano, ancora in viaggio, e del maresciallo von Waldersee con
            altri numerosi reparti provenienti da varie nazioni.
               Il generale Galesee, pur giudicando estremamente delicata la situazione, de-
            cise in un primo momento di attendere l’arrivo dell’intero contingente ma poi,
            dopo una serie di consigli di guerra, durante i quali prevalse la decisione di
            muovere rapidamente su Pechino, all’alba del 4 agosto il contingente - 10.000
            giapponesi, 4.000 russi, 3.000 britannici 2.000 americani, 800 francesi, 100 te-
            deschi e 100 tra austriaci ed italiani - si mise in moto da Tientsin verso Pechino,
            via fiume, utilizzando giunche e sampan e via terra con numerose carovane e
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