Page 223 - Il Corpo di spedizione italiano in Cina 1900-1905 - Organizzazione, uniformi e distintivi
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Le uniformi, i distintivi, L’equipaggiamento e L’armamento               223

              incernierati due anelli rettangolari in ottone ai quali si agganciavano i moschet-
              toni della bandoliera; il coperchio della giberna era bordato di lamierino d’otto-
              ne ed ornato da due cannoni incrociati con granata in ottone.
                 Sulla parte sinistra del dorso della giberna era cucito un pezzo di cuoio anne-
              rito provvisto di asola, che si agganciava al corrispondente bottone cucito alla
              taglia della giubba per impedire i movimenti della giberna.
                 La daga d’artiglieria in dotazione ai caporal maggiori ed ai caporali trom-
              bettieri era un’altra arma “di recupero” essendo la “daga da cannoniere mod.
              1859” adottata in quell’anno per armare i caporali maggiori, i furieri d’ammi-
              nistrazione e di compagnia, i trombettieri, i vivandieri e gli attendenti.
                 La daga, lunga 58 centimetri e mezzo senza fodero e pesante 740 grammi,
              era dotata di lama dritta in acciaio lunga 45 centimetri e mezzo e larga al tallone
              33 millimetri, a due tagli e a sezione romoidale; il fornimento era in ottone fuso
              in un unico pezzo con impugnatura a crociera intagliata e con testa a becco.
                 Il fodero era quello tradizionale in cuoio verniciato di nero con cappa e
              puntale d’ottone.
                 Gli ufficiali del Corpo di spedizione e l’intero personale d’artiglieria erano
              inoltre armati con la pistola a rotazione mod.1889, arma realizzata da Carlo Bo-
              deo - un armaiolo napoletano che nel 1886 aveva ottenuto un brevetto relativo
              ad un revolver che grazie ad una serie di modifiche meccaniche, rappresentava
              la versione migliorata ed aggiornata della pistola mod. 1874, - che venne adot-
              tata dal R. esercito nel 1889 e conservò questa denominazione nonostante le
              oltre 70 varianti apportatevi nell’arco del lunghissimo periodo di produzione
              che proseguì fino alla seconda guerra mondiale, anche se in realtà furono solo
              tre le tipologie fondamentali dell’arma:
              -   il modello originale, successivamente detto “da truppa” o “tipo A” privo
                 del ponticello e con il grilletto snodato;
              -   il modello successivo adottato nel 1891 detto “da ufficiali” o “tipo B”, con
                 ponticello e grilletto fisso;
              -   un modello “alleggerito”, con canna più corta ed a sezione cilindrica.
                 I sottufficiali e la truppa ebbero in dotazione il modello “da ufficiali” o “tipo
              B” che aveva lo stesso calibro della mod. 1874 ma era più corta – 24 centimetri
              – e più leggera – da 890 a 910 grammi – ed era dotata di canna lunga da 10 a 16
              centimetri con rigatura a quattro righe destrorse.
                 Il personale d’artiglieria portava la pistola sul fianco destro riposta nell’ap-
              posita custodia in cuoio agganciata al cinturino; all’anello del calcio era anno-
              dato un cordoncino in cotone bianco che veniva poi annodato intorno al collo e
              passato sotto il bavero della giubba.
                 L’armamento di reparto della batteria d’artiglieria era inizialmente costituito
              dalla mitragliatrice Gardner, arma appartenente alla stessa categoria della mi-
              tragliatrice Gatling anche se di costruzione completamente differente, ideata
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