Page 224 - Il Corpo di spedizione italiano in Cina 1900-1905 - Organizzazione, uniformi e distintivi
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224                                        Il Corpo dI SpedIzIone ItalIano In CIna - 1900-1905


            nel 1874 da William Gardner, ex capitano dell’esercito unionista durante la
            guerra civile, e prodotta dalla casa americana Pratt e Witney.
               La mitragliatrice venne adottata dall’Italia con la denominazione ufficiale di
            “mitragliatrice a due canne Gardner calibro mm. 10,35, mod. 1886”.
               Esternamente l’arma aveva l’aspetto di un cannone a due canne - le stesse
            del moschetto Vetterly modello 1870 per truppe speciali - chiuse dentro un
            involucro di bronzo a forma di tronco di cono, il cui vuoto poteva essere utiliz-
            zato per raffreddarle gazie alla corrente d’aria o d’acqua.
               Dietro le canne, nell’interno di una scatola prismatica di bronzo che costitu-
            iva la scatola di culatta dell’arma, erano alloggiati e si muovevano i congegni
            di chiusura, di scatto, di sicurezza e di espulsione dei bossoli; il coperchio di
            questa scatola, girevole a cerniera, portava una tramoggia per l’alimentazione
            delle cartucce ed un distributore che smistava le cartucce alle due canne.
               Gli  otturatori,  posti  sul prolungamento  delle  rispettive  canne  scorrevano
            entro appositi canali con movimento di va e vieni, collegati com’erano a due
            eccentrici guidati da uno stesso albero, provvisto esternamente, sul lato destro,
            di una manovella con manubrio.
               Ciascun otturatore aveva percussore, molla spirale, grilletto-scatto ed estrat-
            tore; la tramoggia, applicata a molla alla parte superiore del coperchio, era a
            due canali in ciascuno dei quali si impegnavano, per il fondello, le cartucce,
            che cadevano in basso per il proprio peso, presentandosi successivamente alle
            canne.
               Agendo sulla manovella  esterna, la carica  avveniva  prima in una canna,
            mentre l’altra si scaricava, e così successivamente; il tiro aveva l’alzo fino a
            1200 metri.
               La mitragliatrice poggiava sopra un sostegno disposto su treppiede e poteva
            compiere orizzontalmente il giro completo senza muovere il treppiede, pren-
            dere un’inclinazione da più 30° a meno 35° e sparare fino a circa 500 colpi al
            minuto.
               Successivamente quando il 20 luglio del 1901 le mitragliatrici Gardner ven-
            nero cedute ai reparti della R. Marina che presidiavano la Legazione italiana
            a Pechino la batteria fu trasformata in “Sezione d’artiglieria da montagna” e
            venne dotata di due cannoni da 7 BR (Bronzo Retrocarica) da 75 millimetri,
            quattro cofani per cannoni, 12 cofani e cinque carrette per munizioni a due
            ruote trainate da due quadrupedi, uno dei quali a stanghe e l’altro a bilancino di
            rinforzo o in punta.
               Il pezzo da 7 BR aveva la bocca da fuoco in bronzo, che presentava all’inter-
            no 12 righe a passo costante, di larghezza decrescente e la chiusura della culatta
            ottenuta con un cuneo di acciaio che forzava un anello otturatore.
               Il calibro del pezzo era di 75 millimetri, la lunghezza totale della bocca da
            fuoco era di un metro mentre l’affusto era metallico a ruote, a cosce parallelo-
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