Page 219 - Il Corpo di spedizione italiano in Cina 1900-1905 - Organizzazione, uniformi e distintivi
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Le uniformi, i distintivi, L’equipaggiamento e L’armamento               219

              gemelli e dotate di fibbia metallica verniciata di nero, che “formavano in tal
              modo una correggia sola che col suo centro poggia sul collo del soldato e con
              le due estremità sostiene per mezzo dei ganci a fibbia le due giberne” sostenen-
              done il peso che altrimenti avrebbe gravato totalmente sul cinturino.
                 Tutti i sottufficiali del battaglione di fanteria e quelli inquadrati nel drappel-
              lo del Genio e nei reparti di sanità e sussistenza, esclusi i sergenti di compagnia,
              erano armati con la vecchia sciabola “per furieri maggiori, furieri e suonato-
              ri di fanteria mod.1833” denominata ora “sciabola da sottufficiali di fanteria
              mod.1870”, arma che aveva conservato le caratteristiche del modello preceden-
              te – guardia monoelsa in ottone, impugnatura in ebano a sezione rettangolare,
              zigrinata solo sulle facce laterali - ma a cui era stata sostituita la lama con una
              di concezione più moderna, più corta – misurava ora solo 68 centimetri contro
              gli 83 del precedente modello - e larga 27 millimetri al tallone; il fodero era in
              cuoio marrone scuro con cuciture interne, cappa con bottone per il fermo alla
              tasca del cinturino, puntale e cresta in ottone.
                 I sottufficiali del Battaglione Bersaglieri, esclusi i sergenti di compagnia ed
              il capo armaiolo, erano armati ancora con la “sciabola da bersaglieri”, un vec-
              chia arma la cui adozione risaliva addirittura al 1850 quando era stata assegnata
              ad alcune cariche speciali quali i trombettieri, i capi armaioli, i capi calzolai ed
              i vivandieri.
                 La sciabola in questione era in realtà una daga lunga 68 centimetri e pesante
              750 grammi, dotata di lama dritta in acciaio ad un solo taglio, a sezione trian-
              golare a facce piane e dorso piatto, lunga 55 centimetri e larga 32 millimetri al
              tallone.
                 Il fornimento era in ottone fuso in un unico pezzo, con impugnatura a spira-
              le, grosso pomo sferico e corta crociera con i due rami che terminavano a forma
              di ghianda; il fodero era in cuoio verniciato di nero con cappa, puntale e bottone
              ovale in ottone.
                 Il personale di bassa forza addetto all’ospedaletto da campo ed alla sussi-
              stenza era armato con la quella che l’”Istruzione sulle armi per la fanteria”
              del 1891 definiva come “sciabola da fanteria” ma che in realtà era la vecchia
              “Sciabola per bass’uffiziali e soldati di fanteria mod. 1843” adottata per l’Ar-
              mata Sarda ben 57 anni prima, il 5 marzo del 1843.
                 L’arma in questione, lunga 60 centimetri senza il fodero e pesante 780 gram-
              mi, era dotata di lama in acciaio temperato leggermente curva, lunga 47 centi-
              metri e larga 36 millimetri al tallone, a sezione triangolare piatta e ad un solo
              taglio; il fornimento, in ottone fuso in un solo pezzo, comprendeva l’impugna-
              tura liscia a forma di becco, il bottone per il codolo in ferro e la crociera a forma
              di “S”.
                 Il fodero era in cuoio verniciato di nero con cappa e puntale con bottoncino
              in lamierino d’ottone.
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