Page 228 - Il Corpo di spedizione italiano in Cina 1900-1905 - Organizzazione, uniformi e distintivi
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            temperatura, specialmente quella serale e notturna, cominciò a scendere annun-
            ciando la stagione invernale che a Pechino e dintorni era caratterizzata da forti
            venti da nord che potevano far scendere, come infatti avvenne, le temperature
            fino ai 30 gradi sotto lo zero.
               Il 15 settembre venne dato l’ordine di indossare la giubba di panno con i
            pantaloni di tela “uscendo a passeggio dalle 17 alle 19 e trenta” ed due giorni
            più tardi le sentinelle in servizio dalle sette di sera alle sette del mattino vennero
            autorizzate ad indossare la giubba di panno e la mantellina sempre però con i
            pantaloni di tela.
               Nei giorni seguenti furono promulgate una serie di disposizioni riguardanti
            le tenute da indossare nelle varie occasioni di servizio:
               24 settembre: uscendo dagli alloggiamenti a passeggio oppure per servizio
            “non sotto le armi” gli ufficiali non dovevano più indossare la sciarpa azzurra
            come avevano fatto in ogni occasione fino a quel momento; nelle stesse occa-
            sioni l’uso delle decorazioni diveniva facoltativo.
               25 settembre: in occasione della scorta d’onore per l’arrivo a Tientsin del
            maresciallo tedesco von Waldersee prestata da una compagnia di fanteria e da
            una di bersaglieri con fanfara venne prescritta per tutti l’uniforme di marcia che
            per la truppa doveva essere però senza lo zaino, il tascapane e la borraccia.
               11 ottobre: gli ufficiali rimasti a Tientsin, durante le marce ed i servizi ester-
            ni agli alloggiamenti dovevano indossare l’uniforme completa di panno mentre
            la truppa doveva indossare il farsetto di lana e la fascia ventriera.
               Nei giorni seguenti il clima peggiorò ed il freddo si fece così intenso da
            costringere il comando ad acquistare delle pellicce – che in realtà erano delle
            semplici pelli di montone cucite tra loro col pelo all’esterno, prive di collo e
            dotate di ampie maniche cosa che obbligava ad indossarle al disopra degli altri
            indumenti – onde evitare il congelamento ai soldati e soprattutto alle sentinelle
            che avevano a disposizione solo i cappotti, i pastrani e le mantelline per pro-
            teggersi.
               Nei mesi di novembre e dicembre vennero adottati una serie di provvedi-
            menti riguardanti le condizioni climatiche: l’11 di novembre venne ordinato
            di distribuire la seconda coperta da campo e le 624 pellicce requisite a Pao-
            sing-fu, 400 delle quali furono assegnate al Battaglione di fanteria ed al Bat-
            taglione Bersaglieri – 220 lunghe e 180 corte ciascuno – 119 al Battaglione
            marinai – 70 lunghe e 49 corte – e 105 alla Batteria d’artiglieria - 60 lunghe e
            45 corte, riguardo alle quali il 28 dello stesso mese venne stabilito che “fuori
            dagli alloggiamenti nessun militare dovrà indossare le pellicce sopra le divise:
            nell’interno degli alloggiamenti le pellicce potranno essere portate sopra le
            divise solo durante le ore della notte”.
               L’ordine del giorno del 3 dicembre soppresse “d’ora innanzi e fino a nuovo
            ordine” l’uso dell’elmetto, copricapo divenuto anacronistico viste le condizioni
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