Page 231 - Il Corpo di spedizione italiano in Cina 1900-1905 - Organizzazione, uniformi e distintivi
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Le uniformi, i distintivi, L’equipaggiamento e L’armamento               231

                 A parziale modificazione e a complemento di quanto venne indicato al nu-
              mero 7 dell’ordine in data 12 corrente prescrivo:
                  le pellicce da soldato si portino sotto il cappotto col pelo indentro senza
              aprirle sul petto ed allargando opportunamente e rinforzando l’incollatura.
              Nella considerazione che le dimensioni delle maniche dei cappotti non compor-
              terebbero di indossarle sopra quelle troppo ampie delle pellicce e che perciò
              il soldato finirebbe per essere intralciato nei movimenti delle braccia, mentre
              queste sono già sufficentemente riparate dal farsetto a maglia, dispongo che le
              maniche delle pellicce si accorcino e si restringano di quanto occorre per faci-
              litare, a pelliccia indossata, l’introduzione delle braccia nel cappotto.
                 Colle porzioni di pelliccia così ottenute, si applichi il sopra bavero ai cap-
              potti ed ai berretti a fetz una fascia larga 8 centimetri col pelo infuori e fode-
              rata con panno da mantellina. Il panno occorente lo si ricavi dalle mantelline
              in distribuzione o mediante prelevamento di mantelline dell’ultima classe che
              trovasi in magazzino.
                 I lavori suddetti siano possibilmente compiuti entro la prossima settimana
              di guisa che pel Natale tutte le truppe possano indossare la nuova uniforme”.
                 Tre giorni più tardi, il 16 dicembre, per ovviare alla mancanza di un reparto
              di cavalleria, veniva costituito il “Plotone Esploratori a cavallo dell’Estremo
              Oriente”, una piccola unità composta da 44 uomini, ufficiali compresi, tratti
              dai battaglioni di fanteria, bersaglieri e marinai, da adibire a compiti di scorta e
              corrispondenza “durante l’ordinaria guarnigione” e di collegamento ed esplo-
              razione in campagna, i quali conservarono le proprie uniformi caratterizzate
              però dal nuovo “berretto fetz” bordato di pelliccia scura, forse di Astrakan, ed
              abbellito da una lunga penna fissata sul davanti, che ricordava quella allora in
              uso sul colbacco dei reggimenti di Cavalleggeri e di Lancieri; tale copricapo
              venne immortalato in una famosa fotografia nella quale appaiono tre bersaglieri
              montati su cavallini cinesi ed avvolti nelle mantelline d’ordinanza.
                 Anche gli ufficiali, che con i cappotti foderati di pelliccia e lo spencer co-
              munque se la passavano molto meglio della truppa, risentivano tuttavia delle
              condizioni atmosferiche avverse tanto che il Comando Truppe, alla vigilia del
              Natale del 1900 si premurò di comunicare loro che il Comando delle truppe
              inglesi metteva in vendita presso il “dipendente dipartimento di Commissaria-
              to” una serie di capi di vestiario e di oggetti invernali tra i quali 50 “Canadian
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              Coats” – definiti“giacchettoni”   – 100 paia di guanti “Puffos gloves”, 50

              153  Il “Canadian coat” era un lungo cappotto di pesante panno turchino scuro oppure gri-
                  gio scuro interamente foderato con pelliccia di Astrakan – nera sul panno turchino e
                  grigio scuro su quello grigio - con il bavero e le maniche rovesciate ricoperti della stes-
                  sa pelliccia che veniva chiuso mediante quattro cordoni di lana nera quadrati con olive
                  alle estremità.
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