Page 21 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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Un’«arma» di precisione per la ricerca sUlla storia e sUlle istitUzioni militari 21
Per ciò che riguarda il primo aspetto, i bisogni dell’amministrazione militare
e dell’Esercito in tempo di pace rappresentano comunque una domanda d’orga-
nizzazione che deve preparare al meglio le funzioni in tempo di guerra e la
mobilitazione bellica. Una diversa distribuzione del personale e un’organizzazio-
ne pronta alla mobilitazione determinano poi la differente disposizione delle
forze. Dalla scelta della conservazione dei documenti, condotta in autonomia
dalle autorità militari, se ne deducono obiettivi legati a una progressiva raziona-
lizzazione di ogni servizio e il fine di rendere più efficiente la macchina militare.
Dunque, se la struttura e le competenze sono «curate» nei tempi di pace, anche
questa attività appare una strategia destinata ai tempi di guerra. I compiti «stabi-
li» che l’Esercito organizza in periodo di pace, insomma, appaiono di immediata
comprensione perché rispondono a finalità conosciute o comunque immaginabi-
li, ma la loro organizzazione minuta non appare affatto scontata. Un aspetto che
comprova questa impressione è relativo al reclutamento, a cui Trani dedica una
parte di spicco del suo lavoro poiché, dopo aver illustrato la scelta sulle modali-
tà generali, entra nel merito delle istituzioni della leva (oltre che delle apposite
procedure per quadri e ufficiali) riuscendo a dare fisionomia complessiva a una
funzione solo in apparenza semplice. Trani ricorda, più in generale, come il
«complesso dei “servizi” era costituito sia dai mezzi occorrenti alle forze operan-
ti per vivere, muoversi e combattere e per assicurare lo sgombero di tutto ciò che
diventava inservibile all’Esercito e ostacolava le operazioni (...). Ad ogni ben
definito e importante bisogno delle truppe, che richiedeva una particolare orga-
nizzazione di mezzi per soddisfarlo, corrispondeva un “servizio” e l’organizza-
zione di ogni servizio comprendeva, di massima, organi che lo dirigevano e
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organi che lo attuavano» . Tutto ciò ha naturalmente una ricaduta sulla formazio-
ne della documentazione. La minuta descrizione di tali funzioni mette così in
condizione di comprendere lo svolgersi stesso dell’organizzazione militare e può
guidare a una corretta lettura delle modificazioni contenute nel complesso docu-
mentario a seconda che si leggano nei momenti di pace o di guerra.
Per ciò che riguarda il secondo aspetto, la caratteristica dell’autosufficienza
appare un tratto distintivo e imprescindibile della struttura; essa disegna quella
«organizzazione a ciclo completo di una microsocietà all’interno della società» .
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Tale autosufficienza presenta aspetti rilevanti in ordine alla formazione degli
archivi. La qualità, la natura e la «filosofia» delle scelte compiute rispetto alla
conservazione e alla struttura di quella documentazione, sono passaggi indispen-
8 Si veda p. 223 di questo volume.
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M. MeriGGi, Amministrazione civile e comando militare: il Ministero della guerra, in
L’amministrazione nella storia moderna, II, Milano, Giuffrè, 1985 («Archivio ISAP»,
n.s., 3), p. 1363.