Page 17 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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Un’«arma» di precisione per la ricerca sulla storia
e sulle istituzioni militari
Prof. Marco De Nicolò
Università di Cassino e del Lazio meridionale
Il lettore viene accolto, al momento dell’approccio alla lettura di questo la-
voro, da una serie impressionante di abbreviazioni archivistiche, da un elenco
normativo dettagliato e da un’analisi sulla letteratura relativa agli archivi militari
che, pur nel sostanziale deserto con qualche piccola oasi, riesce a presentare un
quadro argomentativo rilevante. Lo spavento per tanto dettaglio cede rapidamen-
te il passo di fronte alla competenza con cui l’Autrice si è messa alla caccia di
ogni riferimento possibile. Si è di fronte a un lavoro esaustivo e scientificamente
solidissimo: l’elenco di abbreviazioni, infatti, è il riflesso di un ampio dettaglio
elaborato dalla disciplina che viene qui padroneggiata senza incertezze; le norme
poste in risalto non rispondono a una semplice lista di riferimento, perché esse
vengono anche scandagliate in ordine alla loro efficacia. Ma anche il non vastis-
simo repertorio in termini bibliografici, che va dai lavori di Casanova, di Sandri,
di Pusceddu, fino ai più recenti di Lodolini, di Carucci, della stessa Trani, di
Graziani e di Carbone, è affrontato con scrupolo e sistematicità. La stessa parte
finale, dedicata alle Fonti, mostra come, nel tempo, si sia avuto un percorso tale
da permettere aggiustamenti di tiro, «correzioni di rotta» e interpretazioni che,
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progressivamente, hanno reso l’analisi più complessa e più completa .
Nel corso della lettura emergono poi aspetti decisamente rilevanti, oltre che
utili per la ricerca, come la messa in risalto dei momenti che appaiono periodiz-
zanti. Cercando di cogliere le fasi più significative che accompagnano, insieme
alla crescita e all’organizzazione militare, anche la formazione di una documen-
tazione ad essa relativa, si può indicare nel 1853 una data iniziale. Dopo la scon-
fitta del 1848 l’Armata sarda riorganizza i propri servizi e la propria struttura. I
limiti riscontrati in ordine all’imperizia strategica, all’imprevidenza logistica,
all’insufficiente addestramento, oltre che a una tattica da rivedere, non riescono
a bilanciare l’abnegazione e la dedizione delle truppe . Ciò comporta un’opera di
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revisione e di adattamento che, iniziata già nel 1849, prosegue nel corso degli
1 Si vedano le pp. 549-550 e 576-600.
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f. stefani, La storia della dottrina e degli ordinamenti dell’Esercito italiano, I,
Dall’Esercito piemontese all’Esercito di Vittorio Veneto, Roma, Ufficio storico SME,
1984, pp. 47 e 64.