Page 14 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
P. 14

14                                           Il RegIo eseRcIto e I suoI aRchIvI


            zioni generali e limita l’indagine puntuale a due rilevanti esempi di organizzazio-
            ne dell’archivio, uno riguardante l’organo di vertice, l’altro una struttura opera-
            tiva. Emerge una specifica attenzione delle autorità centrali per la funzione ine-
            rente alla buona tenuta delle carte, intesa essenzialmente come mezzo per un
            efficace  svolgimento  del  lavoro.  Così  l’istruzione  per  tenere  e  classificare  il
            carteggio dei comandi e servizi dipendenti dal Ministero della guerra, emanata
            dal  ministro  Cesare  Ricotti  nel  1871,  prevede  il  quadro  di  classificazione,  la
            struttura del registro di protocollo e gli elementi costitutivi di alcune tipologie di
            documenti, la formazione del fascicolo ed esempi pratici. Alle disposizioni cor-
            risponde  anche  l’impostazione  della  struttura  organizzativa  dell’archivio:  può
            essere istituito un archivio corrente per ciascun ufficio di un servizio, mentre
            l’archivio di deposito (archivio generale) è unico per tutto il servizio. È prevista
            l’articolazione delle autorità cui spettano diversi livelli di responsabilità, in par-
            ticolare quella della firma, e sono individuate le procedure per la corrispondenza
            ordinaria e per quella riservata, cui corrispondono diversi registri di protocollo.
            Il secondo modello è rappresentato dalle regole concernenti la Corrispondenza
            d’ufficio e servizio postale e telegrafico, edite nel 1932. Alla distinzione tra car-
            teggio  ordinario  e  carteggio  riservato  si  aggiungono  altre  due  classifiche  di
            segretezza, «riservato personale» e «segreto»: ciò comporta una parcellizzazione
            dell’archivio e un aumento delle figure responsabili; sono previsti tempi di con-
            servazione e criteri per lo scarto.
               Da entrambi gli esempi si evince che a una classificazione dettagliata delle
            competenze amministrative non fa riscontro un’articolazione delle voci relative
            alle materie tecnico-operative. Si rileva esplicitamente dal secondo esempio una
            caratteristica che sarà reiterata nei decenni successivi, vale a dire la distruzione
            dei documenti in ragione della loro riservatezza, non già del contenuto, né tanto
            meno per un’idea di rilevanza per la ricerca storica.
                                       3
               È la terza parte del volume  che ci illustra le tematiche della tutela, della con-
            servazione e della fruizione. La preoccupazione di custodire i documenti si col-
            lega all’istituzione dell’Ufficio militare nel 1853, da cui discende l’attuale Uffi-
            cio  storico  dello  Stato  maggiore  dell’Esercito.  L’Ufficio  militare  nasce  con
            finalità  di  studio  dell’arte  e  della  storia  militare  e  di  raccolta  di  documenti  e
            informazioni per conoscere le istituzioni militari e compilare la storia delle cam-
            pagne militari, predisponendo le memorie di guerra. In una prospettiva di auto-
            documentazione e valorizzazione delle nuove tecniche vengono istituiti vari altri
            uffici per l’acquisizione e l’analisi di documentazione di eventi del passato, per
            gli studi scientifico-militari, per le statistiche, per la topografia, per le rilevazioni




               Si vedano le pp. 349-516.
            3
   9   10   11   12   13   14   15   16   17   18   19