Page 15 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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Un nUovo stUdio per la disciplina archivistica e per la storiografia 15
geodetiche. Trova ampio impulso un’attività di pubblicazioni di carattere milita-
re. Di fatto lo Stato maggiore si costituisce nel 1882 e comporta una diminuzione
delle prerogative del ministro a vantaggio del capo dello Stato maggiore. L’Au-
trice descrive in dettaglio l’evoluzione delle vicende che hanno portato all’acqui-
sizione dei documenti. A partire dall’esigenza di documentare la Prima guerra
mondiale, che determina una temporanea sospensione dello Stato maggiore, con
la creazione della Sezione storica nell’ambito di un ufficio del Comando supre-
mo. Seguono le operazioni di recupero dei documenti delle grandi unità che
avevano partecipato alla guerra che vengono concentrati a Roma nel ricostituito
Ufficio storico, l’acquisizione di documenti austriaci, tedeschi e ungheresi oltre
a un’apposita clausola nella convenzione sugli archivi per l’attuazione del tratta-
to di Saint-Germain che garantisce all’Italia la possibilità di consultare i docu-
menti conservati a Vienna. Non meno fortunose risultano le vicende dei docu-
menti della Seconda guerra mondiale che vedono il trasferimento delle carte,
prima a Orvieto per esigenze di salvaguardia, poi al nord del Paese, secondo
l’andamento delle vicende belliche, fino al recupero alla fine della guerra cui
collabora anche il Comitato di liberazione nazionale.
Si tratta di una storia di disaggregazioni e riaggregazioni in parte derivante da
una scelta di criteri autoreferenziali, in parte dagli eventi bellici: vengono analiz-
zate le ragioni dei «pieni» e dei «vuoti» negli archivi del Regio esercito e si
comprendono le ragioni che hanno portato all’accumulazione di un imponente
archivio storico articolato prevalentemente per materia, di cui oggi risulterebbe
difficile e probabilmente erroneo proporre un riordinamento per uffici di prove-
nienza che non fosse virtuale.
L’Autrice dà spazio anche ad altre istituzioni di conservazione quali i musei
della Forza armata, di cui si analizzano l’Istituto storico e di cultura dell’Arma
del genio, il Museo storico dei Bersaglieri e il Museo storico dell’Arma dei cara-
binieri reali; si evidenzia il ruolo delle biblioteche e si analizza in dettaglio quel-
lo delle pubblicazioni edite dall’Ufficio storico dell’Esercito.
Due punti, infine, meritano di essere rilevati: si è sviluppata negli ultimi anni,
in ambito militare, una specifica attenzione all’individuazione delle fonti e a
prevedere il controllo sul corretto versamento delle carte; si è finalmente affer-
mato il principio fondamentale dell’archivio come fonte per la ricerca storica che
ha portato a una produzione di strumenti di ricerca eseguiti secondo corrette
metodologie archivistiche e una nuova sensibilità per favorire l’accesso alle
carte, con un progressivo adeguamento dei regolamenti interni alle norme gene-
rali sulla consultabilità dei documenti.