Page 330 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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le carte dell’archivio del Quartier generale principale e, in parte, dei comandi
divisionali e di brigata, furono ripartite in due grandi periodi corrispondenti a due
distinti registri di protocollo: dall’inizio della campagna al 16 giugno 1859 e dal
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16 giugno alla fine della campagna . All’interno di queste due partizioni crono-
logiche le carte venivano classificate secondo un titolario articolato in materie
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(chiamate «pratiche»), numerate e con accanto l’indicazione dell’argomento
cui si riferivano. Infine, a un certo numero di pratiche corrispondeva una lettera
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dell’alfabeto che, di fatto, indicava una «cartella», cioè l’unità di conservazione
in cui era possibile rintracciare il documento di interesse, tramite le apposite
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rubriche alfabetiche .
Il primo schema di classificazione prevedeva le seguenti articolazioni:
67 Scrive Alessandro Gionfrida: «Si ha l’impressione che questo sistema per la tenuta
delle carte sia stato adottato a posteriori, presumibilmente dopo la fine delle operazioni,
poco prima dello scioglimento del Quartier generale». Cfr. a. Gionfrida, inventario del
fondo G-17 Campagna 1859, in f. di lauro, 1859. L’Armata sarda a San Martino. Con
l’inventario del fondo G-17 Campagna 1859, Roma, Stato maggiore dell’Esercito, Ufficio
storico, 2010, p. 266, n 156.
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Per il primo periodo furono adottate 28 pratiche, per il secondo 24.
69 Mentre l’unità archivistica costituisce l’unità di base, indivisibile, di un archivio, l’unità di
conservazione è solo l’aggregazione meramente estrinseca di più unità archivistiche o di
documenti sciolti e si considera un’unità soltanto ai fini dell’indicazione della consistenza
dell’archivio; in particolare, per unità archivistica si intende il registro (che può essere, ol-
tre che in forma di registro, in quella di libro, di quaderno, di vacchetta, di bastardello e di
brogliaccio), il singolo documento (per le serie composte da un’unica tipologia documen-
taria) o un insieme di documenti raggruppati empiricamente e su base tendenzialmente
cronologica (ad esempio, filze, mazzi e fasci) o aggregati insieme secondo un nesso di col-
legamento organico che costituisce un’unità indivisibile (esempio tipico il fascicolo). L’u-
nità di conservazione è il contenitore che può essere in forma di busta, di faldone, di sca-
tola o di cartella. Infine, il volume, concettualmente più vicino all’unità di conservazione,
spesso viene considerato anche come unità archivistica rilegata. Per una descrizione delle
tipologie di unità archivistiche e di conservazione si rimanda a P. CaruCCi, Il documento
contemporaneo…cit., pp. 139-148; Bastardello, Brogliaccio, Busta, Fascicolo, Filza, Pez-
zo, Registro, Rubrica, Scatola, Unità archivistica e Volume, in P. CaruCCi, Le fonti archivi-
stiche: ordinamento e conservazione, Roma, NIS-Nuova Italia scientifica, 1990, pp. 201-
202, 209-210, 221, 224-227 e 230; a. roMiti, Archivistica tecnica. Primi elementi, Torre
del Lago, Civita editoriale, 2004 (Collana di archivistica, 2), pp. 101-102; [P. CaruCCi], 6,
L’ordinamento, in P. CaruCCi-M. GuerCio, Manuale di archivistica, Roma, Carocci edito-
re, 2012 (Beni culturali, 32), pp. 88-90.
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a. Gionfrida, Inventario del fondo G-17…cit., pp. 187-281.

