Page 334 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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            quest’ultimo,  a  sua  volta,  riuscisse  a  scoprire  i  piani  della  parte  opposta.  Per
            raggiungere questo duplice scopo, un esercito doveva inviare, «innanzi alla sua
            fronte», la cavalleria che doveva avvicinare il nemico, «in fronte ed in fianco»,
            non «perderlo di vista», spiarne ogni movimento e poi riferire il tutto al coman-
            dante dell’esercito o del reparto da cui dipendeva. Oltre a questa attività, deno-
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            minata «servizio di avanscoperta» , ulteriore mezzo per apprendere dati sulla
            forza antagonista o sul territorio teatro di guerra erano le «ricognizioni», che si
            distinguevano in «giornaliere» e «speciali».
               Le ricognizioni giornaliere, che non erano «chiamate a combattere, ma ad avvi-
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            cinarsi  al  nemico  quanto  più  nascostamente» ,  rappresentavano,  analogamente
            all’attività di avanscoperta, un necessario completamento delle misure di sicurezza
            di una truppa in vicinanza del nemico. Erano fatte da drappelli o distaccamenti che
            si spingevano oltre la cerchia dei posti avanzati con lo scopo di assicurarsi sulle
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            mosse dell’avversario (ad esempio, preparativi di marcia o di azione) .
               Le ricognizioni speciali erano di due tipi. Le prime venivano eseguite, nor-
            malmente, da ufficiali isolati che dovevano «raccogliere notizie generali intorno
            alle forme, alla natura ed ai mezzi economici di un teatro di guerra, oppure noti-
            zie  particolari  riflettenti  un  breve  tratto  di  paese»  e  che  prendevano  il  nome,
            quando si riferivano a una intera zona di un paese, di ricognizioni «topografico-
            militari». Le seconde si facevano «per stabilire dei lavori di difesa [e] per deter-
            minare i modi ed i mezzi [per] attaccare le posizioni fortificate» e, avendo il fine
            di ottenere informazioni limitatamente a «un piccolo territorio», si svolgevano in
            tempo di guerra.
               Infine, tra gli strumenti per conseguire la conoscenza della parte antagonista
            vi era anche il servizio «informazioni» di competenza dell’Alto comando dell’E-
            sercito mobilitato presso il quale fu sempre presente un’apposita struttura dove
            affluivano, si raccoglievano e «si coordinavano le notizie avute mediante emis-
            sari, od agenti, ricavate dall’esame di corrispondenza sequestrata, da giornali,
            dall’interrogatorio dei disertori, prigionieri di guerra, abitanti del paese, ecc.» .
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            72   Ministero della Guerra, Regolamento di servizio in guerra, Parte I. Servizio delle truppe.
               26 novembre 1882, Roma, Carlo Voghera, tipografo editore del Giornale militare, 1882,
               libro V, Servizio di avanscoperta, ricognizioni ed informazioni segrete, capo I, Servizio di
               avanscoperta, § 1. Generalità, pp. 151-152, n. 376.
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                Ibid., libro V, Servizio di avanscoperta, ricognizioni ed informazioni segrete, capo III, rico-
               gnizioni giornaliere, § 15. Loro forza e composizione. Da chi dirette, p. 178, n. 432.
            74   Ibid., libro V, Servizio di avanscoperta, ricognizioni ed informazioni segrete, capo III, ri-
               cognizioni giornaliere, § 13. loro scopo, p. 176, nn. 428-429.
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                Le truppe che, per prime, occupavano un paese nemico, dovevano sequestrare le corri-
               spondenze esistenti negli uffici postali e telegrafici, il carteggio delle autorità e, in caso di
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