Page 339 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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Cenni sui Criteri di gestione doCumentaria nel regio eserCito 339
zioni, le stesse denominazioni del primo e del secondo titolo («Ufficiali» e
«Truppa»); la presenza della voce «Circolari» (titolo VI), mentre gli affari, espli-
cazione della materia regolata da tali disposizioni, erano disseminati negli altri
titoli. E, ancora, disapprovava l’inclusione, nella voce «Materiali» (titolo V), di
classi attinenti ad attività disomogenee e di rilievo differente, come, ad esempio,
quella denominata «Cancelleria, equipaggiamento, armamento d’Artiglieria e del
Genio» con la quale si aggregavano, nella stessa pratica, le «fatture dell’inchio-
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stro di quell’archivio» e il «carteggio per rifornire l’armamento d’artiglieria» .
L’applicazione di questo titolario creò, secondo Curti, una «tale confusione
che andarono a sommarsi, nelle sue larghe maglie, ordini e messaggi di eccezio-
nale gravità, che talvolta nemmeno si riuscì a rintracciare, che tal’altra impegna-
rono più ufficiali e soldati a rinvenirli, con dispendio di forze e tempo affatto
sproporzionato al risultato ottenuto».
Così si diede l’incarico a Galli di elaborare nuove regole per la gestione
dell’archivio corrente e, soprattutto, di modificare la struttura e le voci della gri-
glia di classificazione dei documenti.
In particolare, l’archivista milanese introduceva tutte le principali regole e gli
strumenti allora in uso nelle amministrazioni pubbliche : un modello di registro di
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di studio che li ha elaborati, agli schemi per l’aggregazione delle carte delle università
italiane che prevedono un titolo finale dedicato agli «Oggetti diversi», definito come
«piccola valvola di sfogo». Cfr. I calzini del principe Carlo. Titulus 97 - I titolari per
gli archivi delle università italiane in vigore dal 1° gennaio 2007, a cura del GruPPo di
lavoro nazionale sui titolari delle università, con prefazione di e. lodolini, Padova,
CLEUP, 2007 (Instrumenta archivi Studi Patavini, 3), in part. Titolario di classificazione
per i documenti dell’amministrazione centrale, Titolo XI, pp. 106-107 e titolario di
classificazione per i documenti delle strutture didattiche, di ricerca e di servizio, Titolo X,
p. 145. Inoltre, anche la riflessione teorica in materia di gestione documentaria non esclude
totalmente il ricorso a voci quali «Varie», «Miscellanea» e «Corrispondenza generale»,
seppure, è bene sottolinearlo, ne consigli caldamente l’uso limitato e controllato, come, ad
esempio, [M. GuerCio], 3, Principi, criteri e metodi per la classificazione…cit., p. 45.
93 Ironicamente Curti evidenzia l’assenza di qualsiasi criterio nella redazione dello schema,
neanche quello caratteristico del «metodo peroniano per materie, che almeno le terrebbe
distinte a seconda della loro maggiore o minore (se non altro) influenza bellicosa; |
ma neppure la visione delle attribuzioni d’un Corpo militare, pare anche a me, che di
cose militari non ho mai capito un’acca». Cfr. G.b. Curti, L’ordinamento del servizio
archivistico…cit., p. 156.
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Il principale modello di riferimento era rappresentato da quello dell’archivio corrente
della Provincia di Milano, predisposto nel 1914 da Cesare Manaresi, allora archivista di II
classe presso l’Archivio di Stato di Milano. Cfr. C. Manaresi, Regolamento e titolario per
l’archivio della Provincia di Milano, Milano, Stab. tip. Enrico Reggiani, 1914. Inoltre, su
Manaresi, che dal 1942 passò nei ruoli dell’Università, cfr. Repertorio del personale degli

