Page 37 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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IntroduzIone                                                         37


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               difficile accesso , visioni che riflettono un’immagine perdurante delle Forze arma-
               te come «corpi separati» dalla «società generale» e dall’ordinamento dello Stato.
                  Una guida che consenta, a chi voglia accostarsi a questi archivi, di acquisire
               un bagaglio di informazioni sia generali  che distintive sulle anomalie del pro-
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               getto conservativo dell’Esercito rispetto a quello previsto per le altre amministra-
               zioni statali, indispensabili per disegnare e affrontare efficacemente un percorso
               di ricerca e per valutare meglio e leggere criticamente le fonti a disposizione.

               Le origini di questo studio sono lontane nel tempo e i debiti di gratitudine da
               saldare sono molti.
                  Innanzitutto l’Ufficio storico dello Stato maggiore della Difesa che ha deciso
               di inaugurare la sua collana editoriale con la pubblicazione di questo volume. Un
               ringraziamento va a tutto il personale e, in modo particolare, al col. Matteo Pae-
               sano, capo dell’Ufficio, ai tenenti colonnelli Fabrizio Rizzi, capo della Sezione
               Archivio storico, e Cosimo Schinaia, capo della Sezione documentazione storica.
                  Ricordo poi il col. Antonino Zarcone, capo dell’Ufficio storico dello Stato
               maggiore dell’Esercito per la sua disponibilità; e, ancora, la prof.ssa Paola Ca-
               rucci e il prof. Marco De Nicolò per la loro generosa attenzione, testimoniata
               non solo dalla presenza dei loro interventi all’interno del volume ma anche dai
               suggerimenti che hanno certamente migliorato la pubblicazione.
                  Fondamentale poi il sostegno del personale delle istituzioni frequentate. Tra
               queste ricordo l’Archivio centrale dello Stato e gli uffici storici dello Stato mag-
               giore dell’Esercito, del Comando generale dell’Arma dei carabinieri e del Co-
               mando generale della Guardia di finanza; e, ancora, i musei dell’Esercito con
               sede a Roma, il Museo storico dell’Arma dei carabinieri e il Museo storico della
               Guardia di finanza.
                  Questo libro nasce dalla rielaborazione di parte della mia tesi di dottorato dal
               titolo «Storia e analisi dei processi di formazione e conservazione dei sistemi
               documentari e archivistici nelle Forze armate del Regno d’Italia (1861-1946). Il
               caso del Regio esercito italiano e dell’Arma dei carabinieri reali», svolta presso




                  co dello Stato maggiore della Difesa e a quello del Comando generale dell’Arma dei cara-
                  binieri, come stabilito dal d.lg. 26 mar. 2008, n. 62, contenente disposizioni integrative e
                  correttive del codice dei beni culturali e del paesaggio.
               24   Ad esempio, in uno scritto del 2009, Isabella Zanni Rosiello, sottolinea la difficoltà di ac-
                  cedere all’Ufficio storico del Comando generale dell’Arma dei carabinieri, arrivando a
                  considerarlo «pressoché» segreto. Cfr. i. zanni rosiello, Gli archivi nella società contem-
                  poranea, Bologna, il Mulino, 2009 (Itinerari, Storia), p. 127.
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                  Da qui l’attenzione anche nel fornire la definizione di termini e concetti archivistici, pur
                  correndo il rischio, ne siamo consapevoli, di apparire eccessivamente didascalici.
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