Page 33 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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IntroduzIone 33
Fragile anche la parte dedicata all’analisi delle regole e delle prassi che hanno
presieduto alla creazione, sedimentazione e tenuta delle carte nelle fasi attiva e
semiattiva. In mancanza di studi generali sui sistemi documentari del Regio eser-
cito, e sempre nell’impossibilità di colmare tale lacuna in un tempo accettabile,
di fronte alle due esigenze conflittuali della completezza e della selettività, abbia-
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mo dovuto, ancora una volta, privilegiare la seconda . Anche la perdita, per la
maggior parte degli archivi storici militari, della fisionomia originaria, non ha
permesso di enucleare, neppure a grandi linee, le peculiarità dei criteri scelti dai
soggetti produttori per organizzare la propria memoria e, quindi, di presentare
tutte quelle chiavi conoscitive che consentono una comprensione, «filologica-
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mente» corretta, della documentazione , facilitano la ricerca e ampliano
le cognizioni sulle vicende e sul funzionamento delle stesse istituzioni .
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lia, in Intorno agli archivi e alle istituzioni. Scritti di Claudio Pavone, a cura di i. zanni
rosiello, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, Dipartimento per i beni archi-
vistici e librari, Direzione generale per gli Archivi, 2004 (Pubblicazioni degli Archivi di
Stato, Saggi, 84), pp. 715-726.
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Per una prima individuazione delle disposizioni contenenti indicazioni sulla formazione, te-
nuta, organizzazione e conservazione delle carte, si è effettuato uno spoglio a campione de-
gli atti ufficiali e delle pubblicazioni edite dal Ministero della guerra, in particolare di quelle
che occorrevano al funzionamento degli organi dell’amministrazione centrale del dicastero
e alla costituzione e aggiornamento delle dotazioni di pace e di guerra degli enti e coman-
di militari. In relazione alle pubblicazioni periodiche, fonti di primaria importanza anche
per la ricostruzione dell’evoluzione ordinativa e funzionale della Forza armata, ci riferiamo
al «Giornale militare» (dal 1872 «Giornale militare ufficiale»), al «Bollettino ufficiale», al
«Foglio d’ordini», alla Raccolta di disposizioni permanenti in vigore per il R. esercito, ai
cataloghi e modelli di inventari, alle pubblicazioni di carattere tecnico-addestrativo, ai rego-
lamenti, alle istruzioni, alle norme di servizio, ai prontuari di carattere amministrativo e ad
altre tipologie di pubblicazioni comunque riguardanti le varie branche dell’attività e il fun-
zionamento del Ministero e del R. esercito. Per indicazioni su tali pubblicazioni e sul loro
contenuto cfr., ad esempio, Ministero della Guerra, Gabinetto, uffiCio PubbliCazioni Mi-
litari, N. 2659. Norme per la stampa, la riproduzione e la cessione delle pubblicazioni R.
esercito. Pubblicazioni periodiche, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, Libreria, 1939.
17 Infatti, utilizzando le parole di Claudio Pavone, «il significato di un documento si coglie
solo collocandolo nel contesto che lo ha visto nascere, perché qualsiasi messaggio (…) dà
testimonianza non soltanto di un contenuto ma di un autore, di un destinatario, della si-
tuazione in cui è stato concepito» e tale «contestualizzazione è favorita dal rispetto della
integrità della serie e del fondo». Cfr. C. Pavone, Le «scartoffie» viste da archivista e da
storico, in Intorno agli archivi e alle istituzioni…cit., p. 371.
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Noto il pensiero di Guido Melis per il quale lo storico dell’amministrazione «dalla con-
formazione dell’archivio, dal modo in cui le carte circolano prima di arrivarvi, dalla si-
stemazione della memoria dell’amministrazione trae elementi di conoscenza utili alla sua
ricostruzione». Cfr. introduzione, in G. Melis, Storia dell’amministrazione italiana…cit.,